Baltops

La Nato sfida la Russia di Putin nel mar Baltico. Venti di guerra: 50 navi per provocare il Cremlino

Davide Locano

Proprio nei giorni del forum economico di San Pietroburgo, una delle maggiori "vetrine" della Russia guidata da Vladimir Putin, inizia, da oggi, una grande esercitazione della Nato nelle acque del Mar Baltico, sulla soglia del "cortile di casa" di Mosca. Per dodici giorni, fino al 21 giugno, forze aeronavali combinate di 18 paesi dell' alleanza atlantica mostreranno i muscoli nell' edizione 2019 della cosiddetta BALTOPS, da Baltic Operations Exercise, rafforzando la pressione occidentale nei confronti dei russi. Notevole lo schieramento, con 50 navi di superficie, due sottomarini, 8600 uomini e 36 velivoli, che opereranno con particolare attenzione all' appoggio di operazioni di sbarco. Fra i partecipanti non c' è l' Italia, ma spiccano gli USA, la Gran Bretagna e le nazioni affacciate sul Baltico, come la Polonia, la Germania e le piccole Estonia, Lettonia e Lituania, che temono sempre l' orso russo. Ci saranno anche Paesi mediterranei come la Spagna, ma il nerbo è costituito da unità della "resuscitata" 2° Flotta americana, una flotta che gli americani avevano dismesso nel 2011, ma ricostituito nel 2018 con base-madre a Norfolk, in Virginia. Leggi anche: Spief, un viaggio nella Davos russa COMANDO AGLI USA Non a caso, il comandante supremo dell' esercitazione BALTOPS è lo stesso vice-ammiraglio Andrew Lewis che comanda la 2° Flotta, qui alla sua prima grande manovra dopo la rinascita. Gli americani, una volta tanto, non schiereranno portaerei, preferendo navi d' appoggio anfibio come la Mount Whitney. Saranno invece gli spagnoli a fornire la copertura aerea ravvicinata, avendo dislocato la loro unica portaerei, la Juan Carlos I, paragonabile alle nostre Garibaldi e Cavour ed equipaggiata con aeroplani da caccia AV-8B Harrier II a decollo verticale. I russi, ovviamente, sorveglieranno da vicino le mosse della flotta occidentale, come riportato dall' agenzia TASS, schierando nella zona le corvette lanciamissili Stoikiy, Boikiy e Liven, oltre a un non specificato numero di "ricognitori" aerei. Le manovre navali giungono dopo che in maggio il segretario della Nato Jens Stoltenberg aveva ancora parlato della Russia come di una «minaccia» e sono un messaggio per convincere Mosca di esser pronti a proteggere le repubbliche baltiche e, nel peggiore dei casi, ad assediare il territorio russo di Kaliningrad, importante base costiera incuneata fra Polonia e Lituania. I rapporti fra Usa e Russia, del resto, sono di nuovo al calor bianco da quando, venerdì, due loro navi si sono affrontate in un incruento "duello" dall' altra parte del mondo, nel Mar Cinese Meridionale. In quell' occasione, l' incrociatore americano Chancellorsville avrebbe, secondo i russi, tagliato la rotta all' incrociatore Admiral Vinogradov, sfiorandone la prua di soli 50 metri (poco, in mare) e costringendolo a una virata per evitare la collisione. NERVI TESI Gli americani, a loro volta, accusano l' equipaggio russo della manovra pericolosa, ma è solo l' ultima di schermaglie che si infittiscono di giorno in giorno. Sul Baltico, fin da marzo sono iniziati nuovi voli di bombardieri giganti americani Boeing B-52 che decollando dalla Gran Bretagna si spingono fino a Kaliningrad per saggiarne le difese aeree prima di invertire la rotta all' ultimo momento. Negli stessi cieli, il 27 maggio due caccia EF-18M spagnoli in missione interalleata hanno intercettato un aereo russo Antonov An-12 vicino alle repubbliche baltiche, mentre il 4 giugno sul Mediterraneo un aereo-spia americano P-8 Poseidon è stato raggiunto e affiancato da un caccia russo Sukhoi Su-35, che secondo gli americani si è avvicinato "pericolosamente" sfiorando l' impatto. Il nervosismo cresce. Per l' ultima settimana di maggio le forze armate russe lamentano di aver intercettato 21 aerei da ricognizione occidentali sul limitare dei confini, con sei decolli su allarme dei caccia russi per inseguirli e fargli cambiare rotta. In un intero anno, dice Mosca, sono stati 3000 gli aerei americani e della Nato avvicinatisi troppo ai confini, dei quali due terzi da combattimento e un terzo da ricognizione. Intanto, per il governo di Varsavia la sicurezza non è mai troppa e nell' imminente visita del presidente Andrzej Duda alla Casa Bianca, il 12 giugno, verrà chiesto a Donald Trump di aumentare da 4500 a 5500 i soldati statunitensi di stanza in Polonia. di Mirko Molteni