In caso di guerra nucleare il regime della Corea del Nord ha previsto un elenco di 15 luoghi come obiettivi primari. La lista è stilata dall’Istituto ECFR che l’ha redatta usando il materiale raccolto da dichiarazioni ufficiali e dai media da parte del regime nordcoreano e sono divisi in target primari e secondari. L’elenco è molto dettagliato ed è riportato per intero dal Corriere della Sera: 1) territorio statunitense; 2) le più importanti città americane; 3) Manhattan; 4) la Casa Bianca; 5) il Pentagono; 6) le basi Usa nel Pacifico; 7) Guam, alle Hawaii; 8) portaerei nucleari Usa; 9) siti nel teatro sud coreano; 10) installazioni americane in Corea del Sud, Osan, Gunsan, Busan; 11)Pyeongtaek, Jungwon, Degu Gyeryongdae (tutte località sud coreane); 12) Seul; 13) la Casa Blue, la residenza presidenziale del Sud e le "altre agenzie governative reazionarie"; 14) basi americane in Giappone e Okinawa, Yosuka, Misawa, Okinawa; 15) il territorio giapponese nel suo complesso. L’ECFR sottolinea come l’arma atomica sia prevista dal regime di Pyongyang in chiave difensiva e come la sua propaganda abbia sempre insistito su questo punto: i missili potranno essere lanciati nel caso in cui ci sia il rischio di subire lo stesso attacco da parte dei nemici, pericolo che negli ultimi mesi si sta concretizzando sempre di più a causa delle continue tensioni con Donald Trump. Kim Jong un e i suoi gerarchi non fanno troppa distinzione tra bersagli militari e civili, la Corea del Nord è infatti disposta a tutto per difendere la leadership del dittatore.