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Isis, incubo nucleare: il piano finale. Bruxelles, caccia al "secondo uomo"

di Andrea Tempestini domenica 27 marzo 2016

2' di lettura

Nel mirino dei terroristi entrati in azione martedì nell’aeroporto e nella metropolitana di Bruxelles c'erano anche le centrali nucleari. A novembre, dopo gli attentati di Parigi, era stata posizionata una telecamera nascosta davanti alla casa del direttore del programma di ricerca e sviluppo nucleare belga. Si tratta di un video di una decina di ore circa, sequestrato il 30 novembre a casa di Mohamed Bakkali. A piazzare la telecamera sarebbero stati proprio i due fratelli Ibrahim e Khalid El Bakraoui, due dei tre kamikaze del 22 marzo: forse Zavantem e Maelbeek sono diventati il loro obiettivo solo in un secondo momento, dopo il fallimento dell’attacco alle centrali nucleari (l'impianto fu blinadto con 140 militari). A due giorni dalle stragi in Belgio, continuano le indagini ed emergono nuovi dettagli. Continua la caccia all’uomo: è stato identificato Najim Laachraoui come uno dei due kamikaze dell’aeroporto. In fuga, sicuramente, c'è ancora il terrorista che compare con la giacca bianca e il cappello da pesca nel video diffuso subito dopo gli attentati. Quello che avrebbe lasciato in aeroporto una valigia-bomba, che fortunatamente non è esplosa. Ma non è tutto: potrebbe esserci un altro uomo coinvolto nel doppio attacco. Infatti il video di sorveglianza della metropolitana di Bruxelles ha ripreso un presunto complice di Khalid El Bakraoui, che portava una grossa borsa. Secondo le indiscrezioni, non sarebbe entrato nel vagone e sarebbe ancora in fuga: nel frattempo è stato diffuso in identikit. Un ultimo aggiornamento riguarda Salah Abdesalam, la mente delle stragi di Parigi catturata pochi giorni prima dell'attacco a Bruxelles. Il terrorista ha accettato il suo trasferimento in Francia: lo ha reso noto il suo avvocato, Sven Mary, quando è arrivato all’udienza alla Camera di Consiglio di Bruxelles. Salah però "resterà in silenzio" (lo ha confermato sempre il suo avvocato). Dopo la cattura, in cui l’uomo era stato ferito, il legale aveva assicurato che il suo cliente era intenzionato a collaborare e a opporsi all’estradizione in Francia. Ora, invece, l’avvocato ha fatto sapere anche che non si oppone più ad essere trasferito.

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