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Svolta in Iran, riformista Hassan Rohani eletto nuovo presidente

domenica 16 giugno 2013

2' di lettura

Teheran, 15 giu. (Adnkronos/Ign) - E' Hassan Rohani il nuovo presidente della Repubblica islamica dell'Iran. Lo ha reso noto il ministero degli Interni di Teheran citato dall'emittente statale 'Press Tv'. Rohani vince al primo turno le undicesime elezioni presidenziali iraniane caratterizzate da un'affluenza del 75 per cento dei 50,5 milioni di aventi diritto al voto. Rohani è stato eletto con il 50,70 per cento di preferenze ed ha ottenuto 18.613.329 voti su un totale di 36.704.156. Netto il divario con il suo principale rivale, il sindaco di Teheran Mohammad Qalibaf, che ha potuto contare solo su 6.077.292 preferenze. Al terzo posto il capo dei negoziatori per il nucleare Saeed Jalili con 4.168.946 voti, seguito dal leader dal leader dei pasdaran Mohsen Rezaei con 3.884.412 preferenze, dal Consigliere per gli affari internazionali della Guida Suprema Ali-Akbar Velayati con 2.268.753 voti e infine dall'indipendente Mohammad Gharazi con 446.015 preferenze. Per 16 anni segretario del Consiglio supremo per la sicurezza nazionale, il moderato Rohani è vicino all'ex presidente Rafsanjani e rappresenta il leader della Rivoluzione islamica Ayatollah Seyyed Ali Khamenei nel Consiglio nazionale supremo della sicurezza. Nel 2003 fu nominato capo negoziatore sul nucleare. Alle elezioni presidenziali per la successione a Mahmoud Ahmadinejad Rohani ha rappresentato il Fronte moderato-riformista dopo che l'altro candidato ammesso, Mohamamd Reza Aref, si è ritirato. Le principali forze politiche che sostengono Rohani sono 'Mosharekat' (Condivisione), i Mojahedin della Rivoluzione Islamica, 'Kargozaran' e l'Associazione del Clero Combattente. Rohani è appoggiato da personalità di spicco quali gli ex presidenti Ali Akbar Hashemi Rafsanjani e Seyyed Mohammad Khatami e dall'hojatoleslam Hassan Khomeini, nipote del defunto leader della Rivoluzione Islamica, l'ayatollah Ruhollah Khomeini. In politica estera, il programma dello schieramento moderato-riformista prevede un'apertura verso l'Occidente, in particolare nei confronti degli Stati Uniti, con l'obiettivo di risolvere la questione nucleare.

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