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Delara, la pittrice iraniana

condannata al patibolo
di Dario Mazzocchi sabato 18 aprile 2009

2' di lettura

Non c’è solo Roxanna Saperi, la giornalista iraniana accusata di essere una spia statunitense, a rischiare la pena di morte e della cui vicenda Libero-news si è occupato sin dall’inizio. Accanto al suo nome si aggiunge quello di un’altra ragazza, Delara Darabi, 23enne con la passione per la pittura. Per lei però non ci sono più speranza, perché fra tre giorni sarà impiccata. La rapina finita male - La sua vicenda giudiziaria cominciò nel 2003, quando aiuto il fidanzato in una rapina. Lei si dichiarò colpevole per difenderlo. Il suo avvocato si è rivolto in questi giorni al quotidiano iraniano Etemad per sensibilizzare l’opinione pubblica. Nata a Rasht, sulle sponde del Mar Caspio. Nel 2003, a 17 anni, con il fidanzato Amir Hossain, entrò furtiva nella casa di una cugina del padre, per derubarla. Qualcosa andò storto e la donna, Mahin, di 58 anni, fu accoltellata a morte. Delara si dichiarò colpevole, solo in un secondo momento rivelò che a commettere l’omicidio fu il ragazzo 19enne. La decisione era stata presa perché all’epoca dei fatti Delara era minorenne e non sarebbe stata condannata a morte. Il problema è che l’Iran punisce come gli adulti i ragazzi a partire da 15 anni e le ragazze dai 9. La condanna - Dopo il processo la coppia venne punita con 3 anni di carcere e 50 frustate per tentata rapina, alle quali se ne sono aggiunte altre 20 per “relazione illecita”. Nel 2005 Delara è stata condannata anche per omicidio, sentenza confermata due anni dopo dalla Corte suprema. Delara ha così cercato di togliersi la vita, tagliandosi le vene, ma è stata salvata in tempo. Nel frattempo gli avvocati hanno dimostrato che ad accoltellare la donna era stata un destrorso, quando Delara è mancina. Intanto le sue opere sono state esibite a Teheran e a Stoccolma. Rinchiusa nella prigione di Rasht, può ricevere visite, ma solo a lunga distanza l’una dall’altra. I genitori raccontano che nella struttura non c’è alcun ventilatore contro il calco e che il bagno va condiviso con altre cento persone.

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