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Generale Gerasimov, l'uomo che prevede il futuro: perché quest'uomo è l'arma più spaventosa in mano a Valdimir Putin

martedì 15 febbraio 2022

2' di lettura

Valerij Gerasimov, il capo di Stato maggiore generale delle forze armate e viceministro della Difesa della Federazione russa, è in Bielorussia per coordinare le esercitazioni congiunte che potrebbero essere il preludio di un'invasione in Ucraina. Classe 1955, famiglia operaia, di Kazan. A 15 anni entra nella Scuola militare di Suvorov nella sua città natale e da lì inizia la sua inarrestabile ascesa nei ranghi militari. Nel novembre 2012 viene scelto per la più alta carica militare in Russia. "Il capo di Stato maggiore generale delle forze armate russe non solo ingloba responsabilità che, ad esempio negli Stati Uniti, sono divise tra segretariato della Difesa e Comandi combattenti unificati, ma è anche il supervisore del famigerato Gru, i servizi militari. La sua missione principale è quella che i russi definiscono predvidenie, o "previsione": la definizione e lo sviluppo della teoria e pratica della guerra futura", rivela Repubblica.

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Gerasimov ha anche pubblicatoun saggio intitolato "Il valore della scienza nella previsione". Il generale spiega come il Cremlino creda genuinamente, benché a torto, che le "primavere arabe" e le "rivoluzioni colorate" non siano state proteste spontanee, ma cambiamenti di regime orchestrati da Washington. L'intervento passa inosservato finché, un anno dopo, lo storico britannico Mark Galeotti non conia il termine "Dottrina Gerasimov". Dopo l'invasione della Crimea la "dottrina Gerasimov" ha finito "con l'incarnare nell'immaginario la minaccia russa di una guerra ibrida, asimmetrica e non convenzionale sull'Occidente", scrive sempre Repubblica.

L'annessione incruenta della Crimea in Russia è considerata uno dei fiori all'occhiello di Gerasimov. Gerasimov è andato oltre il concetto di "guerra ibrida" "finendo con l'operare, come ha teorizzato l'analista Charles Bartles, nelle cosiddette "zone grigie", armato non più di soldati, ma di forze convenzionali non dichiarate, cosacchi, compagnie militari private (come Wagner), gang di motociclisti (come i Lupi della Notte), Ong sponsorizzate da Mosca, troll e cyberguerrieri". Una strategia che molti temono stia usando anche per la crisi con l'Ucraina.

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