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Kiev, una trincea d'acqua: la mossa degli ucraini che può cambiare le sorti della capitale

venerdì 25 marzo 2022

2' di lettura

Irpin è tornata nelle mani degli ucraini. Buona parte della città, come spiegato alla Bbc dal sindaco di Kiev Vitali Klitschko, è stata liberata dagli invasori russi. Una notizia confermata anche dal consigliere del ministero dell’Interno ucraino, Vadym Denysenko, il quale ha dichiarato che "l’80 per cento della città di Irpin è già stata liberata dall’esercito ucraino". Com'è possibile che una piccola forza come quella ucraina riesca a fronteggiare una potenza come la Russia? Presto spiegato: grazie alle condizioni del terreno. Sì, perché la palude sta mettendo in seria difficoltà l'esercito di Vladimir Putin.

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Secondo Repubblica, infatti, gli ucraini hanno distrutto i ponti sul fiume per fermare la carica dei tank verso la capitale, Kiev. Allo stesso tempo sono state aperte le chiuse e sradicato gli argini che proteggevano la campagna dalla piena. Una mossa che ha permesso al terreno di allargarsi, diventando un ostacolo per chi lo voglia attraversare. La strategia non è nuova. Già Sun Tzu l'aveva menzionata ne L’Arte della Guerra. "Se non conosci le configurazioni delle paludi, dei passi più impervi, delle foreste e delle montagne - si legge -, non sei in grado di far muovere l’armata". Già giorni fa i russi avevano dovuto fare i conti con la "rasputitsa", il termine utilizzato per descrivere lo scioglimento di ghiaccio e neve sul terreno e sulle strade. 

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Da qui quelle che l’ex colonnello Usa Andrew Milburn definisce "due possibilità". Il Giornale, che riporta le sue parole, ricorda che il presidente russo può scegliere "se isolare la città e farla morire di fame, o attaccare la stessa Kiev, dando così inizio a una guerra urbana la cui portata non si vedeva dalla Seconda Guerra Mondiale". Le perdite saranno parecchie per entrambi i fronti, tanto che i generali dello Zar gli consiglieranno di non attaccare Kiev, ma di "circondare la città, per poi cercare di farla sottomettere". 

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