Nel mirino

Joe Biden, loschi affari in famiglia tra Cina e Ucraina: bomba del "Post", un presidente compromesso?

Angelo Zinetti

Manovra a tenaglia contro Hunter Biden, figlio del presidente degli Stati Uniti. Da Mosca si annuncia una inchesta della Duma sui suoi affari in Ucraina, come chiesto giorni fa da Donald Trump, mentre il Washington Post, quotidiano molto influente in area democratica, ha pubblicato le prove che il 52enne avvocato e uomo d'affari ha ricevuto pagameti dalla Cina.

 

Quest' ultima vicenda è la più grave: un accordo firmato da Hunter e da top manager di una compagnia privata cinese è stato rivelato dal quotidiano di Jeff Bezos che ha trovato documenti che proverebbero la presenza di rapporti tra la famiglia Biden e dirigenti cinesi della Cefc, una delle dieci compagnie private più grandi della Cina.
Per quattordici mesi, scrive il giornale americano, il conglomerato dell'energia e i suoi manager hanno versato 4,8 milioni di dollari a entità controllate da Hunter Biden e da uno zio, come risulta da alcuni documenti e dalle email conservate nella memoria di un computer e ritenuto appartenere proprio a Hunter.

Il Post non ha trovato prove che Joe Biden avesse beneficiato direttamente dalle transazioni, ma emergono accordi firmati dal figlio, Hunter, che avrebbe così approfittato della posizione pubblica del padre per guadagnare. Le attività estere del figlio del presidente sono al centro di un'inchiesta federale. L'obiettivo è capire se Hunter abbia nascosto al fisco gli introiti arrivati dalla Cina. Personale dello staff presidenziale ed ex membri dell'Intelligence americana ritengono che Hunter isaa innocente e che la memoria del suo computer possa essere stata manipolata dai russi al fine di compromettere la campagna del padre, ma i dati analizzati dal Post sarebbero coincidenti con quelli di altri documenti, tra cui attestati bancari.

 

Il figlio di Biden avrebbe ricevuto i 3,8 milioni di dollari dalla Cefc attraverso contratti di consulenza. Biden Jr avrebbe ricevuto un ulteriore milione di dollari per rappresentare negli Stati Uniti Patrick Ho, un manager del conglomerato cinese, finito poi sotto inchiesta per un caso di corruzione legato al Chad e all'Uganda. Questo accordo riporta le firme di Hunter e di Ho. Anche da Mosca arrivano brutte notizie per il rampollo presidenziale. La Duma di Stato russa ha infatti aperto una inchiesta su una presunta rete di bio laboratori controllati dagli Stati Uniti in Ucraina e riferirà delle conclusioni dei lavori al Presidente Putin e alle organizzazioni internazionali. La vicepresidente del parlamento russo, Irina Yarovaya, ha citato il coinvolgimento di Hunter Biden, con il suo fondo di investimenti Rosemont Seneca, e della sottosegretaria di Stato Usa per gli affari politici, Viktoria Nuland, a cui la Duma chiede formalmente spiegazioni. Pochi giorni fa era stato Donald Trump a chiedere a Putin di publicare le prove degli affari sporchi di Hunter in Ucraina. Subito esaudito.