Guerra sulla nostra pelle

Victoria Nuland, il falco anti-Putin di Biden: "L'Europa si fot***a", la telefonata che svela i piani Usa

La guerra di Joe Biden e degli Stati Uniti contro Vladimir Putin, sulla pelle dell'Ucraina e dell'Europa, secondo il Fatto quotidiano ha un nome e un cognome: quello di Victoria Nuland, definita la "mastina anti-russa". 

 

 

 

 

Già la scelta di nominarla nell'aprile 2021 vicesegretaria di Stato, la numero 2 nella catena di comando della politica estera a stelle e strisce, era stato considerato dagli esperti di geopolitica assai significativo. Era, spiega il Fatto, "un completo cambio di rotta, in senso peggiorativo, nell'approccio di Washington e Mosca dopo la presidenza apertamente filo-putiniana di Donald Trump", ma anche dell'amministrazione Obama. 

 

 

Il tuo browser non supporta il tag iframe

 

La Nuland è un falco: nemica dell'ex Unione sovietica e decisa a tutto pur di disintegrate il Cremlino, anche a costo di sacrificare gli alleati europei. Era passata alla storia, nel 2014 nei giorni caldissimi della rivolta di piazza Maidan, a Kiev, che aveva portato alla caduta del presidente filorusso Yanukovich, per una brusca frase riferita all'ambasciatore Usa a Kiev Geoffrey Pyatt, nel corso di una telefonata privata. L'ambasciatore le spiegava i dubbi dei Paesi dell'Unione europea per quello che a molti sembrava un vero e proprio colpo di Stato, sostenuto da Washington. "F***k Europe", fu la risposta della Nuland. Tradotto: "L'Europa può andare a farsi fottere". Più o meno, suggeriscono i più scettici di fronte alla linea "Guerra! Guerra!" sostenuta da Biden, lo stesso atteggiamento che la Casa Bianca sta tenendo in queste settimane. Otto anni fa, la Nuland tifava per Jacenjuk, poi diventato premier dal 2014 al 2016.  Aveva parzialmente perso, ma ora con Zelensky legato sempre più da un filo diretto con Biden sembra arrivata l'ora del riscatto. Ma a che prezzo per noi?