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Javier Milei inizia la rivoluzione: "Convocato il Parlamento in sessioni straordinarie"

Lo aveva promesso: Javier Milei convocherà il parlamento a sessioni di lavoro straordinario. Al centro l'"enorme pacchetto di provvedimenti" da discutere. Per questo il presidente eletto dell’Argentina riunirà le Aule già dal giorno dopo l’insediamento, il 10 dicembre. "L’11 dicembre depositiamo un pacchetto enorme di leggi con tutta la riforma dello Stato e le leggi a questa collegate - ha ammesso ai media -. Non possiamo aspettare l’inizio delle sessioni ordinarie, fino a marzo. Convocheremo sessioni straordinarie perché è urgente". Stando alla Costituzione, il Congreso argentino si riunisce in sessione ordinaria da marzo a novembre (od oltre, su richiesta dei vertici parlamentari). Il presidente della Repubblica può però convocare sessioni straordinarie, decidendo anche l’ordine dei lavori.

Ecco allora che Senato e Camera dovranno discutere della possibile riforma della struttura di governo, un taglio dagli attuali 19 ai futuri otto ministeri. In ogni caso per Milei la strada potrebbe essere in salita. Il presidente argentino non ha nelle due camere i numeri per poter governare in autonomia. La composizione di queste è determinata dalle legislative del 22 ottobre, tenute in contemporanea con il primo turno delle elezioni presidenziali, vinte dal candidato del centrosinistra, Sergio Massa. Alla camera, la coalizione di centrosinistra Unione per la patria (Up) di Massa ha eletto 108 dei 257 deputati, contro i 38 de La libertà avanza (Lla).

 

 

Così i vertici del partito di Milei stanno prendendo in esame la possibilità di fare gruppo unico con parte dei 93 deputati eletti dalla coalizione conservatrice Insieme per il cambio (Jxc). Almeno quelli legati ai nuovi alleati del presidente argentino. Ossia l’ex presidente, Mauricio Macri, e l’ex ministro della Sicurezza Patricia Bullrich. Al Senato, invece, Up vanta 33 seggi contro i 24 di Jxc e i 7 di Lla.