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Gran Bretagna, Starmer attacca Musk per nascondere il disastro

di Mirko Molteni mercoledì 7 agosto 2024

3' di lettura

Mentre non si placano le proteste anti-immigrazione in Gran Bretagna e in Irlanda del Nord, dove perfino cattolici e protestanti scendono in piazza fianco a fianco, dall'America il miliardario Elon Musk, padrone di Tesla e SpaceX, posta commenti sui rischi della situazione. «In Gran Bretagna è inevitabile una guerra civile», ha sentenziato il pioniere delle auto elettriche e dell'astronautica privata. Notando che un poliziotto arrestava uno dei manifestanti che filmava l'azione, con l'accusa di «diffondere contenuti d'odio», Musk ha alluso a reati d'opinione: «Siamo in Gran Bretagna o in Unione Sovietica?».

Ha anche attaccato il premier britannico laburista Keir Starmer, il quale aveva promesso “tolleranza zero” verso chi attaccava le comunità di immigrati islamici e le loro moschee: «Non dovresti preoccuparti degli attacchi contro tutte le comunità?». Ciò perché ha mostrato il video ripreso da un giornalista del New York Times in cui una banda islamica della “Muslim patrol”, in risposta ai moti, assaliva un pub a Birmingham.

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GUERRA FRA POVERI

Musk voleva quasi ricordare che la maggior parte della popolazione britannica è ancora composta da bianchi di ceppo anglosassone e celtico. E che il maggior tessuto etnico del paese necessita anch’esso di difesa. Tutto nel pieno di decine di manifestazioni di militanti dell'estrema destra seguite alla rivelazione, pochi giorni fa, che l'autore del massacro di tre bambine a Southport, lunedì 29 luglio, era il 17enne Axel Rudakubana, cittadino britannico, ma di origini africane, perla precisione di genitori ruandesi.

L'ufficio di Starmer ha risposto indignato: «Non c'è giustificazione per commenti come questi. Starmer non condivide questi sentimenti». E la viceministra della Giustizia Heidi Alexander ha accusato Musk di «comportamento irresponsabile». In una settimana di proteste violente da parte di estremisti che esprimono uno stato d'animo represso da milioni di cittadini britannici, a fronte dell'aumento degli immigrati, la polizia ha arrestato 378 dimostranti. Fra gli ultimi episodi, l'assalto a due alberghi che ospitavano migranti. Due Holiday Inn Express, uno a Rotherham, nell’Inghilterra del Nord, e uno a Tamworth, nelle Midlands, dove i dimostranti hanno lanciato mattoni, pannelli di legno ed estintori, sfondando le finestre, oltre a cercare di appiccare incendi e a ferire 12 agenti.

La tensione ha avuto l'effetto incredibile di far andare d'accordo cattolici e protestanti dell'Irlanda del Nord che a Belfast hanno mostrato affiancate le bandiere inglese e irlandese al grido di «basta immigrati». Promotori principali delle manifestazioni nordirlandesi sarebbero, pare elementi del gruppo protestante Ulster Defense Association, ma anche molti irlandesi cattolici e repubblicani condividono la protesta, preoccupati del fatto che l'invasione di immigrati dreni sussidi sociali preziosi per i poveri autoctoni.

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NEMICO COMUNE

A Belfast, dove è stato danneggiato un ristorante siriano, uno striscione titolato “Coolock says no” (Coolock dice no) testimonierebbe l'apporto di irlandesi da quel quartiere di Dublino dove un mese fa si erano avute proteste contro il progetto di assegnare un edificio all'accoglienza di nuovi arrivati. La convergenza cattolici-protestanti fra Belfast e Dublino in opposizione all'immigrazione extraeuropea è spiegabile col fatto che, pur divisi da secoli, i due schieramenti si sentono etnicamente e più affini fra loro, che rispetto ad africani o arabi. A volte, una “pace”, o almeno una “tregua”, è facilitata dalla comune opposizione a una terza parte percepita come estranea.

Il capo del partito Reform UK, Nigel Farage ha sostenuto che la polizia britannica tratta in modo impari proteste di diversa natura. Più duramente quelle di destra antimmigrati rispetto a quelle antirazziste della rete Black Lives Matter: «I vacillanti tentativi del Primo Ministro di affrontare l'attuale crisi hanno solo aumentato quel senso di ingiustizia. Nel Regno Unito è stata scavata una frattura insanabile risultato di un'immigrazione di massa e incontrollata, sia legale o illegale».

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