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Elon Musk, il fedelissimo licenziato per razzismo: "Normalizzare l'odio contro gli indiani". Ma poi...

sabato 8 febbraio 2025

2' di lettura

"Normalizzare l’odio contro gli indiani"; "Non mi importerebbe nulla se Gaza e Israele fossero entrambi cancellati dalla faccia della Terra": questo il tenore di alcuni post razzisti pubblicati in passato sui social da un fedelissimo di Elon Musk, il 25enne Marko Elez. Quest'ultimo è un programmatore e fino a qualche tempo fa lavorava per Musk a SpaceX, Starlink e X, dove era specializzato nell’uso dell’intelligenza artificiale. Poi gli è stato affidato il compito di reclutare giovani talenti nel Doge, il Dipartimento dell’efficienza governativa guidato da Musk, dove si occupava dell'accesso ai sistemi del Dipartimento del Tesoro usati per fare pagamenti da miliardi di dollari.

Poi, il Wall Street Journal ha scoperto che in passato Elez ha pubblicato post razzisti sui social usando lo pseudonimo @nullllptr. "Per chiarire, io ero razzista prima che fosse fico esserlo", avrebbe detto lui. Quando il quotidiano ha chiesto chiarimenti alla Casa Bianca, la portavoce Karoline Leavitt ha risposto annunciando le dimissioni di Elez. A quel punto, però, Musk ha indetto un sondaggio su X per chiedere agli utenti se dovesse riassumerlo. E quasi l’80% dei partecipanti ha risposto di sì. Un modo, quello del tycoon, per provare a tenere Elez al suo fianco.

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A commentare l'accaduto anche il vicepresidente Vance: "Non sono d’accordo con alcuni post di Elez, ma non credo che attività stupide sui social media debbano rovinare la vita di un ragazzo. Non dobbiamo premiare i giornalisti che rovinano la gente. Quindi riprendiamolo". Chiamato a dire la sua, il presidente degli Usa Donald Trump ha dichiarato: "Non ho seguito il caso, ma se Vance dice di riassumerlo, io sto con lui". Dopo le prese di posizioni, la notizia: il collaboratore verrà assunto nuovamente. Lo ha comunicato Elon Musk in persona, commentando un post del vicepreidente JD Vance: "Errare è umano, perdonare è divino".

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