Le "promesse" su cessate il fuoco e negoziati tra Russia e Ucraina fa a pungi con la realtà. La settimana che potrebbe portare (il condizionale è d'obbligo) a uno storico vertice tra Vladimir Putin e Volodymyr Zelenksky a Istanbul, giovdì, inizia con un nuovo pesante affondo militare di Mosca, che ha lanciato 108 droni nella notte Ucraina. Colpito un treno merci civile, con il macchinista ferito. A riportarlo sono le autorità ucraine: si tratta di attacchi avvenuti nonostante la richiesta dei leader europei e di Kiev di istituire un cessate il fuoco di 30 giorni a partire da oggi. Le difese aeree ucraine hanno annunciato su Telegram di aver distrutto 55 droni russi.
Sotto attacco in particolare la regione di Odessa. Il capo dell'amministrazione militare regionale, Oleg Kiper, ha precisato che il raid ha causato il ferimento di una persona. "A seguito dell'attacco a Bilhorod-Dnistrovsk, si sono verificati danni alle infrastrutture civili, in particolare a edifici residenziali, un edificio amministrativo e una stazione dei vigili del fuoco. Un uomo è rimasto ferito in una delle abitazioni private danneggiate, ha scritto su Telegram.
Intanto il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, ha avuto ieri una conversazione telefonica con il ministro degli Esteri britannico David Lammy, durante la quale ha ribadito che la "massima priorità" degli Stati Uniti sulla guerra tra Russia e Ucraina "rimane la fine dei combattimenti e un cessate il fuoco immediato", come reso noto in un comunicato dalla portavoce del Dipartimento di Stato, Tammy Bruce.
Da Kiev però precisano di non aver ricevuto "proposte statunitensi" per porre fine alla guerra con la Russia. Lo ha detto il capo dell'ufficio presidenziale ucraino, Andriy Yermak in un'intervista all'agenzia di stampa Rbc Ucraina. "La parte ucraina non ha ricevuto alcune cosiddette 'proposte statunitensi'. Nelle varie consultazioni che si sono tenute a Parigi, a Londra e anche in formato online, vengono scambiate alcune opinioni e idee", ha affermato Yermak. "La posizione statunitense è quella di porre fine a questa guerra. Ma tutto ciò che appare nello spazio informativo può appartenere a una parte o all'altra. Gli statunitensi non partecipano a questa guerra. Gli statunitensi vogliono porre fine a questa guerra".
"Che Putin e Zelensky siano pronti a incontrarsi è un passo avanti decisivo, dobbiamo favorirlo in ogni modo - è il commento del ministro degli Esteri e vicepremier italiano Antonio Tajani, al Corriere della Sera -. Ma le trattative si fanno con un cessate il fuoco che non può essere di tre giorni. Serve una vera tregua. Se confermato, questo è il primo passo nella direzione di un negoziato e di un obiettivo a cui lavoriamo da mesi, una pace giusta e duratura per l'Ucraina e per l'Europa".