“Gentile Presidente,
Con questa lettera aperta desideriamo esprimere la nostra profonda preoccupazione per la decisione del Governo moldavo di aprire soltanto dieci seggi elettorali in Transnistria in occasione delle prossime elezioni parlamentari.
Ridurre in questo modo il numero dei seggi significa limitare concretamente il diritto di migliaia di cittadini a partecipare al voto. Nelle elezioni presidenziali e nel referendum del 2024 erano stati aperti 30 seggi; nel 2021, addirittura 41. Nel frattempo non vi è stato alcun cambiamento significativo nella popolazione della regione, che al 1° gennaio 2025 contava 451.600 abitanti, di cui 394.104 elettori registrati al 31 luglio 2025. Di fronte a questi numeri, la prospettiva di contare su soli dieci seggi non può che trasformarsi in un ostacolo insormontabile per molti cittadini: lunghe code, difficoltà logistiche, stress e frustrazione rischiano di impedire a moltissimi di esercitare il proprio dovere civico.
Presidente, non si deve avere paura degli elettori, indipendentemente dalle loro posizioni politiche. È noto che la maggioranza dei cittadini della Transnistria tradizionalmente non sostiene il Suo partito, Azione e Solidarietà (PAS), né il Governo da Lei guidato. Ma proprio per questo è fondamentale offrire a tutti pari opportunità: la democrazia vive della pluralità delle opinioni e del confronto aperto, non dell’esclusione. Limitare l’accesso alle urne non rafforza la fiducia nelle istituzioni: al contrario, rischia di allontanare ancora di più una parte del Paese già profondamente distante da Chișinău, acuendo tensioni sociali che da anni pesano sulla Moldavia, rafforzando così le forze antieuropeiste.
Emergono già numerosi appelli di cittadini e organizzazioni non governative su questo tema. Anche nelle precedenti occasioni, la riduzione dei seggi aveva provocato indignazione: nel 2024 rappresentanti dell’opposizione moldava definirono la decisione discriminatoria e legata alle preferenze politiche dei cittadini transnistriani. Ripetere oggi lo stesso errore, aggravandolo ulteriormente, rischia di indebolire il processo elettorale e di aumentare la sfiducia.
In questo momento cruciale, in cui la Moldavia guarda all’ingresso nell’Unione Europea, il rispetto dei principi democratici e delle regole di una competizione politica leale non è soltanto un dovere verso i cittadini, ma anche una condizione imprescindibile per avvicinarsi ai valori europei. Elezioni libere, inclusive e trasparenti sono la base della fiducia reciproca e la garanzia che la Moldavia possa presentarsi all’Europa come uno Stato capace di unire la propria società, garantire pari diritti e rafforzare la democrazia liberale.
La invitiamo dunque a riconsiderare questa decisione e ad aprire più seggi elettorali in Transnistria. Solo così si potrà rafforzare il senso di appartenenza alla comunità nazionale, favorire la fiducia nello Stato e dare a tutti i moldavi — ovunque essi vivano — la possibilità di sentirsi parte di un processo democratico che unisce invece di dividere.”
Così Alessandro Bertoldi, Direttore esecutivo Istituto Milton Friedman, in una lettera aperta alla Presidente della Repubblica della Moldavia Maia Sandu.