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Sicuri che due Stati siano meglio di uno?

A ben vedere però di Stati palestinesi ne sono esistiti: la Gaza di Hamas era, e forse è tuttora, uno Stato: popolo, territorio e monopolio della forza nelle mani di Hamas
di Giovanni Longoni lunedì 25 agosto 2025

3' di lettura

La soluzione a due stati sta morendo perché Israele non ci crede più. Infatti solo Israele ci ha veramente creduto nel corso della storia del conflitto col mondo arabo. Inizialmente perché il nuovo Paese aveva fiducia nell’Onu e nel riconoscimento della controparte vedeva la via per ottenere il proprio riconoscimento. Poi sul finire del XX secolo, quando si comincia a capire che qualcosa non quadra, che è insomma strano che gli arabi sbandierino la richiesta di uno Stato tutto per loro ma poi non facciano nulla di concreto per realizzarlo, l’idea dei Due Stati invece che scomparire trova una nuova declinazione. In quel momento infatti gli studi di Sergio Della Pergola portano all’attenzione della classe politica di Gerusalemme il problema demografico. Israele comincia a temere che l’elemento arabo interno divenga prima o poi maggioritario e i governi iniziano a restringere il territorio del Paese. È in questa ottica che Sharon ordina l’evacuazione di Gaza. Lo scopo è avere uno Stato di Israele più piccolo ma più compatto etnicamente e quindi più sicuro.

Vent’anni dopo le cose sono di nuovo mutate e a cambiare le carte in tavola stavolta sono gli haredim, gli ebrei ortodossi che per decenni avevano guardato con sospetto ovvero aperta ostilità al progetto laico del sionismo. Essi cominciano invece a insediarsi in Cisgiordania. Ed essi figliano, se non come conigli, almeno come palestinesi e tra gli israeliani i timori di venire sopraffatti numericamente dagli arabi è un po’ diminuito. Da qui discende anche il continuo corteggiamento degli haredim da parte della destra- laica o parareligiosa - con Netanyahu che cerca inutilmente di convincere i coloni ortodossi ad accettare le regole dello Stato di Israele, prima fra tutte quella del servizio sotto le armi.

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Come detto la soluzione a due Stati è rimasta in vita solo finché ci ha creduto Israele. A ben vedere però di Stati palestinesi ne sono esistiti: la Gaza di Hamas era, e forse è tuttora, uno Stato: popolo, territorio e monopolio della forza nelle mani di Hamas. Quanto alla Cisgiordania nessuno è in grado di contenderle il ruolo di più avanzato fra gli Stati falliti. La Giordania per molti è il vero Stato palestinese essendo abitata da una popolazione strettamente imparentata con quella della Cisgiordania; ma dal 1988 Amman non ne vuole più sapere dei “cugini”. C’è però un altro Stato palestinese di cui si parla ancora meno. Si chiama Medinat Israel, Stato di Israele, ci vivono quasi due milioni di arabi. Drusi, beduini islamici, arabi cristiani e musulmani. Le lingue ufficiali sono l’ebraico, l’inglese e l’arabo. Come è nato questa realtà politica? Attraverso guerre di difesa e insieme di conquista ma si è consolidata grazie a un’altra cosa: la democrazia.

Oggi Netanyahu si è imbarcato in un’impresa difficile, una nuova guerra di conquista con un piano per far sloggiare gli arabi dalla Striscia. La gente è quasi tutta con lui perché ritiene di aver avuto sufficienti prove, dopo il 7 ottobre, del fatto che i palestinesi vogliono un solo Stato, il loro. Il sogno di un Grande Israele che Bibi ha dichiarato di condividere è un passaggio quasi inevitabile nell’evoluzione dei movimenti nazionalistici. Ci sono passati tutti, dalla Grecia alla Turchia, dalla Finlandia all’Ungheria, dalla Romania alla Serbia e tanti altri. Forse il primo a coniugare impero e nazione fu Napoleone. Nessuno di questi sogni si è mai avverato ma non è escluso che uno come Bibi ce la faccia. O meglio: non ce la farà a edificare uno Stato etnicamente ebraico (alla fine, gli ebrei anche coi cernecchi e dieci figli a carico sono quattro gatti a livello mondiale). Ma potrebbe creare un Israele più grande con dentro un bel po’ di arabi, magari a partire da quegli emirati che sembra stiano nascendo in Cisgiordania per sottrarsi al malgoverno Anp. È una favola? Forse, ma meno assurda di quella che racconta di Due Stati coesistenti in pace.

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