«Il furto commesso al Louvre è un attentato a un patrimonio che amiamo perché è la nostra storia». Così Macron, con un post su X, cerca di dar voce istituzionale allo psicodramma nazionale. «Recupereremo le opere - aggiunge il presidente francese - e i responsabili saranno assicurati alla giustizia». E dunque: una crisi politico-istituzionale che dura da più di un anno, con quattro governi caduti e quello attuale appeso a un filo. Una situazione finanziaria nefasta, che ha spinto le più importanti agenzie di rating a declassare la sua economia. Una rabbia sociale diffusa, che si riversa nelle piazze a ritmo pressoché settimanale. E ieri, uno smacco dal punto di vista simbolico ancor più grande: il clamoroso furto al Museo del Louvre.
Non c’è pace per Macron, non c’è pace per la Francia, il nuovo malato d’Europa, nemmeno in una domenica di apparente tranquillità, dopo una settimana in cui Sébastien Lecornu, primo ministro francese, è sopravvissuto a due mozioni di censura. «Il Louvre è un simbolo mondiale della nostra cultura. Questo furto, che ha permesso ai ladri di rubare i gioielli della Corona di Francia, è un’umiliazione intollerabile per il nostro Paese», ha tuonato sempre su X il presidente del Rassemblement national (Rn), Jordan Bardella. «Fino a che punto si spingerà il deterioramento dello Stato?» ha aggiunto il presidente del partito sovranista francese.
Negli ultimi anni, la direzione del museo parigino aveva in effetti denunciato diverse criticità infrastrutturali e infiltrazioni d’acqua che avevano già imposto la chiusura temporanea di alcune sale. Il piano “Nouvelle Renaissance”, presentato in pompa magna dal presidente Macron nel 2023, prevedeva un ampio programma di ristrutturazioni per oltre 700 milioni di euro, destinato a rafforzare anche la sicurezza degli spazi espositivi. Ma il clamoroso furto andato in scena ieri conferma che il piano non è servito a nulla.
Per il grande storico francese Éric Anceau, esperto del Secondo Impero e di Napoleone III, quanto accaduto domenica mattina è la «triste metafora» della Francia di Macron: «La corona dell’Imperatrice, ornata di smeraldi e diamanti, creata per l’Esposizione Universale di Parigi del 1855, epoca in cui la Francia era all’apice del suo splendore, è stata ritrovata in una canaletta di scolo, rotta e ammaccata, proprio come la Francia del 2025!».