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Un quadro di Klimt a 236 milioni, ma non batte il record di Leonardo

Il “Ritratto di Elizabeth Lederer” del pittore austriaco diventa la seconda opera più costosa di sempre. “Delude” il wc d’oro di Cattelan: battuto a 12 milioni, il prezzo del metallo
di Caterina Maniaci giovedì 20 novembre 2025

3' di lettura

Una giovane donna tenuamente velata, tutta in bianco, dal sorriso appena accennato, una delicata increspatura delle labbra... Quel sorriso, che ammalia da oltre un secolo, vale oggi 236,4 milioni di dollari. Per questa cifra è stato battuto infatti il Ritratto di Elisabeth Lederer, di Gustav Klimt, da Sotheby’s, un record per l’artista. È stato questo l’esito di un’asta particolarmente combattuta, piena di colpi di scena, come si conviene ad una vendita di livello così elevato. Un momento ad alta tensione vissuto nel nuovo quartier generale nel Breuer Building in Madison Avenue, a New York. Il ritratto della figlia del mecenate di Klimt, commissionato dai genitori nel 1914, e terminato entro il 1926, era stato acquistato nel 1985 dal magnate dei cosmetici Leonard Lauder, morto nel giugno scorso. Il bellissimo Ritratto di Elizabeth è il primo di tre Klimt inclusi nell’asta della collezione Lauder. Insieme ad altre quattro opere dell’artista è stato venduto per un totale di 392 milioni di dollari. L’opera, come spesso succede, ha avuto una storia romanzesca: trafugata dai nazisti, e quasi distrutta in un incendio durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1948 finalmente viene restituita alla famiglia Lederer. Fino alle recenti vendite.

Chi invece ha deluso – soprattutto l’autore e la casa d’aste - è stata una delle opere più “chiacchierate” degli ultimi tempi, il water d’oro massiccio “firmato” da Maurizio Cattelan. Uno di due esemplari creati nel 2016, è stato infatti venduto per poco piu di 12 milioni di dollari. Sembra una bella cifra, ma in pratica si tratta “solo” del prezzo del metallo prezioso più i diritti di asta. Ma quanto si è disposti a spendere per un dipinto? Molto, moltissimo. Le case d’asta e le gallerie private testimoniano, soprattutto negli ultimi anni, vendite da record per opere di antichi maestri e di artisti iconici del XX secolo, nonché di pittori emergenti che stanno guadagnando valutazioni sempre più alte. Il dipinto più costoso rimane il Salvator Mundi di Leonardo da Vinci (anche se l’attribuzione dell’opera è ancora oggetto di dibattito tra gli storici dell’arte) pagato la cifra astronomica di 450 milioni di dollari. Segue Interchange di Willem de Kooning, comprato per 300 milioni di dollari. I Giocatori di Carte di Paul Cézanne ha raggiunto la cifra di 250 milioni di dollari. Nafea Faa Ipoipo di Paul Gauguin, al momento, si colloca al quarto posto di questa classifica di superstar con 210 milioni di dollari, seguito da Number 17A di Jackson Pollock, pagato 200 milioni di dollari.

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«Questa è la chiara dimostrazione che l’arte non solo migliora l’esistenza grazie alla bellezza, al valore estetico, ma rappresenta anche un ottimo investimento, anzi, unico, irripetibile, capace di generare un appagamento emotivo potente» commenta a Libero Stefano Contini, fondatore e presidente della Galleria d’arte Contini, importante punto di riferimento nel mercato dell’arte, con sede principale a Venezia. «Quando si acquista un quadro, a maggior ragione un capolavoro come il Klimt appena venduto, è come se si facesse entrare in casa un familiare, anzi, come se si accogliesse un bambino appena nato. Una gioia immensa, una nuova fonte di vita». Investire nel campo artistico è quindi anche molto proficuo... «L’investimento nell’arte è appunto un investimento, non una speculazione economica. Ma dà ottimi risultati.

Nel corso di 10, 20 anni si possono verificare rivalutazioni incredibili di artisti e opere. Lo stesso Klimt battuto all’asta potrebbe più che raddoppiare il suo valore. Certo, non si può sempre avere a che fare con capolavori e maestri assoluti». Sono leggendarie alcune figure di collezionisti e mecenati. E anche oggi «esistono grandi investitori, anche perché si sono creati, e si creano di continuo, nuovi, grandi capitali, nelle mani di quelli che si definiscono “nuovi ricchi”. I migliori clienti, in questo senso, perché, avendo già comprato immobili, macchine, gioielli, e cercando altri investimenti, sono attratti dalle opere d’arte, che danno prestigio e creano grande emozione». «Fortunato certamente il nuovo proprietario dell’incantevole Ritratto di Elisabeth Lederer» conclude Stefano Contini, con un auspicio: «Speriamo che si renda conto di quanto sia privilegiato e pensi a chi invece non ha nulla, destinando una certa somma, un 10 per cento del valore del quadro magari, proprio in beneficenza».

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