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Luigi Di Maio umiliato, la "secessione" di Alessandro Di Battista: "Eroe dei nostri tempi", (ridicola) mossa

di Giulio Bucchi domenica 14 aprile 2019

2' di lettura

La "secessione" di Alessandro Di Battista. Sempre più lontano da Luigi Di Maio e dal Movimento 5 Stelle, il pasionario grillino tornato dal Centro America per dare una mano ai compagni di Movimento per le europee e spedito frettolosamente in tribuna a causa di sondaggi terrificanti si toglie un altro sassolino dalle scarpe contro i vertici pentastellati. Come? A modo suo, scrivendo insieme a Carlo Freccero un accoratissimo elogio di Julian Assange, il "ribelle" per antonomasia di questi anni e idolo, ovviamente, dei grillini. Ma lo fa non sul blog delle Stelle, ma su quello di Beppe Grillo, che da qualche tempo è completamente autonomo rispetto al M5s e alla Casaleggio Associati e spesso anche "fuori-linea" (polemicamente) rispetto a Di Maio. Leggi anche: "Hanno fatto tutto loro". Di Battista, uno sfogo drammatico: il tradimento di Di Maio e Casaleggio "Assange è l’eroe dei nostri tempi. Come lui ce ne sono pochi altri: Edward Snowden, Chelsea Manning e tutta la platea degli hacker anonimi che combattono il sistema - scrivono Freccero e Dibba, con un entusiasmo che rasenta il ridicolo -. Ogni epoca ha i suoi eroi. Nel passato gli eroi uccidevano il drago, sbaragliavano con la loro forza le falange nemiche, si cimentavano in imprese fisiche impossibili. Ma anche allora la forza non era sufficiente. L'eroe, per essere tale, doveva combattere il male". "Non è Assange che denuncia il lato oscuro del potere che dovrebbe restare segreto - scrivono del fondatore di Wikileaks, che ora rischia l'estradizione negli Usa -. È il potere stesso, messo a nudo, che testimonia le sue nefandezze attraverso mail, documenti, filmati". "Forse non tutti sanno che Assange ha studiato filosofia. Tutta la sua vita è un esempio che ci incita a combattere non solo per benefici economici concreti, ma per valori come dignità e verità - sostengono Freccero e Di Battista -. Essere complici o solo indifferenti nei confronti di quel potere che ci nega la verità perché ci ritiene incapaci di intendere e di volere, ci spoglia della dignità di cittadini che la democrazia, prima di trasformarsi in neodemocrazia, riconosceva tutti".

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