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Film sul sesso gay a scuola: lo zampino del club delle orge omosex

di Giulio Bucchidomenica 26 febbraio 2017
2' di lettura

Pioggia di polemiche per la proiezione del film a sfondo omosessuale «Né Giulietta né Romeo», diretto da Veronica Pivetti. La pellicola sarà proiettata stamattina (ore 10) all' Istituto professionale Cavalieri di Milano, nell' ambito del Forum delle Politiche Sociali promosso dall' assessore Majorino. A dare il patrocinio, oltre a Comune e presidenza del Consiglio, anche l' Unar (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali), da giorni al centro di un turbine dopo il servizio de Le Iene (19 gennaio) sul finanziamento di 55mila euro che l' Ufficio del Governo erogava a un' associazione che promuoveva forme di prostituzione gay. Primo a criticare l' evento il leghista Alessandro Morelli: «Si fanno vedere nelle scuole dei film Lgbt senza contraddittorio e senza spiegare ai ragazzi i vari punti di vista su questi temi. Noi diciamo no!». A onor del vero, i primi a non rendere un buon servizio alla causa sono proprio siti come cinemagay.it, che dell' opera fornisce tale sinossi: «Rocco è uno studente 16enne che da un anno sta cercando di scopare (sic!) la sua migliore amica Maria (Carolina Pavone) senza riuscirci, perché il "meccanismo" non si attiva. Scoprirà la causa di questi insuccessi quando a scuola viene picchiato da un bullo affascinante, tanto da procurargli la tanto attesa erezione. Esilarante la scena di quando la madre lo trova che sta facendo sesso con uno sconosciuto e lui avrà la determinatezza (sic) di spiegarle che nel mondo gay funziona così, prima si scopa poi ci si conosce». Contrario all' iniziativa anche l' ex vicesindaco di Milano De Corato: «Dopo la Casa dei diritti con il bondage e quella di accoglienza per giovani omosessuali, il Comune è riuscito a far entrare un film Lgbt nelle scuole. Evidentemente Majorino e il Comune vogliono far passare questo concetto tra gli studenti: bell' insegnamento!». Lapidario l' assessore alle Politiche Sociali Majorino: «Secondo me De Corato e Morelli dovrebbero farsi aiutare. Non comprendo questa polemica, evidentemente non sono in pace». di Andrea Emmanuele Cappelli