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Marco Travaglio, gli insulti a chi vota Silvio Berlusconi: la sua vergogna, per difendere Alessandro Di Battista

di Andrea Tempestini domenica 11 febbraio 2018

2' di lettura

Il soldatino Marco Travaglio corre in soccorso del suo partito, il Movimento 5 Stelle. Già, perché il signor Alessandro Di Battista in buona sostanza ha dato dei "rincoglioniti" agli italiani che non voteranno per Luigi Di Maio e, ovviamente, ha attirato critiche da tutte le parti. Ma Travaglio, e ci mancherebbe altro, corre in soccorso delle cinque stellette. E come funziona il soccorso? Così: si insultano Silvio Berlusconi e i suoi elettori: "Se 5 milioni di italiani, secondo i sondaggi che lo danno sopra il 15%, non vedono l'ora di rivotare B., mica vorremo insinuare che siano delinquenti o rintronati quanto lui. Sono persone serie e lucide, invece, che vedono in lui l'ultimo epigono della destra storica". Leggi anche: "Cunnilingus", Travaglio fuori controllo: insulta il collega La difesa d'ufficio dell'avvocato Travaglio continua poi sposando in toto una delle tesi preferite dalla Casaleggio Associati, ovvero che la stampa si concentri solo sulle piccole malefatte dei grillini piuttosto che sulle grandi malefatte di tutti gli altri, che per Marco Manetta sono tutti brutti e cattivi. Dunque via con la P2, fondi neri, processo Mills e Dell'Utri, nel solito campionario trito e ritrito. Ecco il metodo Travaglio: Di Battista insulta gli italiani e lui risponde gettando fango su Berlusconi, da cui continua a essere ossessionato. Una lunga intemerata, che probabilmente anche i suoi fanatici non leggeranno (saranno stufi di leggere da 20 anni sempre lo stesso articolo). Una lunga intemerata che conosce qualche piccola variazione soltanto nella chiusa dell'articolo". "Pregiudicato, espulso dal Senato e affidato ai servizi sociali nell'ospizio di Cesano Boscone, col braccio destro Dell'Utri in galera per mafia al posto suo e con il braccio sinistro Previti condannato per corruzione giudiziaria e radiato dai pubblici uffici al posto suo, pensava di essere finito", o forse lo pensava Travaglio. "Ma aveva sottovalutato gli odiati 'comunisti', sempre pronti a resuscitarlo. E anche le generosità di centinaia di giornalisti e milioni di italiani, che non sono affatto rincoglioniti. Anzi, sono come lui, o almeno vorrebbero tanto", conclude Travaglio. Rincoglioniti no, ma banditi sì: secondo lui almeno, ossessionato dall'etichettare Berlusconi come tale. Un'ossessione che, però, è rimasta solo a lui e ai suoi sodali grillini.

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