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Vittorio Feltri: "Dopo le elezioni prepariamoci al casino"

di Matteo Legnani mercoledì 28 febbraio 2018

2' di lettura

Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione europea, mi è simpatico come una malattia terminale: trovo irritante qualsiasi cosa dica. Ma l' ultima volta che ha parlato dell' Italia si è rivelato lungimirante. Ha affermato che dopo le elezioni del 4 marzo non avremo un governo pienamente operativo. In effetti, stando alle previsioni (dei sondaggi), nessun partito avrà la maggioranza necessaria per esprimere un esecutivo. Quello che otterrà più voti sarà il Movimento 5 Stelle, benché non li meriti in quanto è una specie di assemblea dilettantesca, priva non solo di buon senso, ma anche di senso comune. Si suppone sia in grado di raggiungere il 30 per cento dei suffragi. Mi sembrano troppi, però accettiamo la valutazione. In ogni caso i grillini, con simile patrimonio di consensi, non avranno i numeri per guidare il Paese in beata solitudine. Sarà necessario per loro coalizzarsi con una forza politica che consenta di superare la soglia della governabilità. Quale forza? Liberi e Uguali di Grasso sono disponibili ad allearsi con Di Maio. Non sarebbero sufficienti. Per cui i pentastellati sarebbero costretti a chiedere supporto al Pd o a una frazione di esso. Non esiste sulla carta altra soluzione aritmetica. Leggi anche: Vittorio Feltri: "Vi spiego perchè Di Maio trionferà al sud" Sul fronte del centrodestra la situazione è addirittura peggiore. Berlusconi è in forte crescita, d' accordo. Tuttavia è altamente improbabile che egli raggiunga, con Forza Italia, i livelli del re del congiuntivo. Di conseguenza Mattarella sarà obbligato, obtorto collo, a incaricare Di Maio alla presidenza del Consiglio. So che al solo pensiero di simile orrore il lettore sarà sbalestrato. Questa però è la realtà. Non è pacifico che il capetto grillino sia all' altezza di raggrumare una qualsivoglia maggioranza. Se non ce la facesse toccherebbe forse al centrodestra puntare a Palazzo Chigi. Anche esso avrebbe difficoltà a cogliere l' obiettivo se non ricorrendo all' appoggio di qualche socio. Quale? E qui ci fermiamo se non per tornare al punto iniziale. Ha ragione Juncker quando asserisce che in Italia sarà un groviglio di guai. Le larghe intese e le coalizioni di ogni genere non generano mai stabilità, ma liti che conducono allo sfascio o alla immobilità, che è pure peggio. Prepariamoci al casino. di Vittorio Feltri

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