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Il valore sociale del vino, il modello Valelapena per la formazione dei detenuti

domenica 24 dicembre 2017

3' di lettura

Roma, 18 dic. (AdnKronos) - Creare un momento di discussione e confronto tra le istituzioni politiche nazionali e locali, enti del Terzo Settore e le realtà che operano nel settore, sul tema del recupero sociale e professionale dei detenuti e sul ruolo che l’agricoltura può svolgere in questo processo riabilitativo, grazie alla legge sull’Agricoltura Sociale promossa dal ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali. Questo l'obiettivo del convegno 'Il lavoro dentro… Dentro al lavoro' che si è svolto sabato 16 dicembre ad Alba. L’evento ha visto tra i promotori il Consorzio di Cooperative Sociali - Compagnia di Iniziative Sociali Cis, la Città di Alba, i Garanti regionale e comunale delle persone private della libertà personale e Syngenta, azienda attiva nel settore agricolo a livello globale. I relatori si sono confrontati sull'importanza del reinserimento sociale dei detenuti e sulle opportunità offerte dalla legge dell'Agricoltura Sociale. Per l’occasione sono stati coinvolti vari enti che operano nel settore, chiamati a presentare i loro migliori progetti rieducativi, sviluppati in questi anni in Piemonte e tradotti nel tempo in esperienze di successo. Tra i casi di rilievo in ambito di Agricoltura Sociale è stato discusso Valelapena, progetto nato nel 2006 che vede la collaborazione tra Syngenta, il ministero della Giustizia, la Casa di Reclusione d’Alba, l’Istituto Enologico d’Alba e i Comuni di Alba e Bra per sostenere il recupero dei detenuti della casa circondariale di Alba attraverso una formazione specifica e l’impiego diretto e concreto in un vigneto situato all’interno del carcere. Ogni anno il progetto coinvolge 15 detenuti che, all’interno dell’istituto penitenziario, seguono un corso per ottenere la qualifica di operatore agricolo e coltivano vitigni di nebbiolo, barbera, dolcetto e cortese. Alla vinificazione, imbottigliamento ed etichettatura provvede l’Istituto Enologico Umberto I di Alba per una produzione annua di 1.400 bottiglie. Attraverso la qualifica professionale e l’attività svolta nel vigneto, gli ospiti della Casa di Reclusione hanno la possibilità di maturare le competenze e l’esperienza necessarie per trovare impiego presso le aziende vitivinicole della zona una volta scontata la pena. Syngenta mette a disposizione i prodotti, le competenze e le risorse necessarie per una corretta e completa protezione del vigneto. "Sono lieto di dare il mio contributo a questo evento dedicato all’Agricoltura Sociale e al progetto Valelapena perché credo fortemente che possa rappresentare un esempio per altre realtà e un’occasione concreta di riscatto e vera e propria rinascita per i detenuti. Ho sostenuto fortemente la legge sull’Agricoltura Sociale e intendo continuare a promuovere con impegno ogni iniziativa di welfare che possa portare integrazione tra agricoltura, etica e legalità", sottolinea il viceministro delle Politiche Agricole Andrea Olivero. Per Giuseppina Piscioneri, direttrice della Casa di Reclusione di Alba, "l’obiettivo primario dei progetti di Agricoltura sociale come Valelapena è offrire ai detenuti una professionalità di cui potranno beneficiare al termine della reclusione". "La nostra azienda, totalmente dedicata all’agricoltura e da sempre attenta ai risvolti sociali del settore - osserva Cristina Marchetti, responsabile Regulatory&Corporate Affairs di Syngenta Italia - attraverso il progetto Valelapena vuole sensibilizzare l'opinione pubblica locale e le istituzioni sul ruolo fondamentale dell’agricoltura non solo per la nostra economia ma anche per il tessuto sociale".

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