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Feltri e Renzi premier: "Ha fatto bene, chi critica è un babbeo. Matteo, non fare il manichino"

Il fondatore di Libero apprezza il rischio del segretario Pd: "Non poteva fare altro". Niente voto? "Giusto così, con il proporzionale..."
di Giulio Bucchi domenica 16 febbraio 2014

2' di lettura

"Tra una sicura morte lenta e un tentativo azzardoso di cavalcare la tigre", Matteo Renzi ha scelto il secondo, col rischio "di essere sbranato dalla tigre. Non poteva fare altrimenti". Vittorio Feltri si schiera col rottamatore e futuro premier (un po' a sorpresa, ma non troppo conoscendo il carattere fumantino e allergico alle perdite di tempo del fondatore di Libero). E a chi rivendicava il ritorno anticipato alle urne per designare il nuovo premier, Feltri risponde a modo suo: "Immane bischerata" portata avanti da "babbei". Il perché lo spiega sul Giornale: il segretario del Pd è rimasto incastrato in un gioco più grande di lui, lo scandalo esploso sul Quirinale in seguito alle rivelazioni di Alan Friedman sul "golpe" del 2011, l'affaire Quirinale-Monti-Berlusconi. "Porcate che hanno costretto lorsignori a inventarsi un bel diversivo per far sì che i cittadini pensino ad altro, secondo il principio del chiodo scaccia chiodo". Allora via Enrico Letta ("brava persona" a guida di un "governo flaccido") e dentro Renzi, che dal canto suo non avrebbe potuto attendere a lungo il proprio turno, preso tra una litigata con Civati e Cuperlo e una crisi economica sempre più grave. D'altronde, tornare al voto con un "proporzionale di andreottiana memoria" sarebbe stato un suicidio per il Paese. Quidi Renzi andrà a Palazzo Chigi e dovrà affrontare una sfida clamorosa: "Se la fortuna lo sorregge, come è successo finora, egli avrà perfino l'opportunità di tagliare le spese folli dello Stato e ridurre le tasse sulle imprese, incentivando la produzione, i consumi e l'occupazione". Serve coraggio, e il "monellaccio toscano" ce l'ha. E se fallisse? "Pace, amen. Conciati come siamo, sarebbe sciocco temere di toccare il fondo, dato che lo abbiamo raggiunto a un pezzo. Confidiamo nell'effetto rimbalzo". Il dubbio finale però è destinato a restare. Perché non conta il toto-ministri, ma il "manico". "Si tratta di verificare se Renzi è un manico o un manichino"...

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