Più che una riforma, è stata un'ammucchiata. Marco Travaglio non ha fatto in tempo a (mal)digerire il via libera alla riforma del Senato che si è dovuto sorbire anche i festeggiamenti trasversali in Aula, con tanto di baci e abbracci bipartisan. Marco Manetta non ci è rimasto bene, anzi. E con la consueta sobrietà, il condirettore del Fatto quotidiano si è abbandonato a un editoriale a luci rosse sulla "Assemblea prostituente", con tanto di citazioni per Gloria Guida, Edwige Fenech e tutte le star piccanti della commedia pecoreccia all'italiana degli Anni Settanta. Baci e scappellamenti a destra - Travaglio inizia con il confronto tra i Padri costituenti del 1947 e "la variopinta fauna di padri ricostituenti beotamente intenti ad abrogare se stessi". Il risultato della riforma, sostiene il condirettore, sono "pippe prolisse, scombiccherate, confuse, insensate, contraddittorie che paiono scritte da un branco di analfabeti in evidente stato di ebbrezza". Dopo il giudizio per così dire tecnico, Travaglio si abbandona all'estasi dello sfottò, un turbinio sensuale di ammiccamenti maliziosi tutti dedicati a Maria Elena Boschi e Anna Finocchiaro. L'atmosfera a Palazzo Madama, scrive, era in stile La ministressa ci sta col senatore o La relatrice della riforma costituzionale, "con l'aggravante dell'assenza di Guida e Fenech e della presenza di Zanda e Razzi al posto di Alvaro Vitali e Bombolo". Nel vortice di baci con risucchio di "Monna Boschi" ci finiscono un Paolo Romani "un filo imbarazzato", Denis Verdini e Gaetano Quagliariello ("Doppio muah con scappellamento a destra") e l'esuberante Antonio Razzi ("Sarà un'usanza di queste parti, vedi mai che sia l'inizio di un'ammucchiata"). Gran finale con quello che non c'era: "I gavettoni di pipì, le fiale con puzzetta, gli stronzetti di gomma e le gare di rutti. E purtroppo B. non poteva entrare". Ultimo pensiero per Pietro Grasso, "cameriere pieghevole a dare una pulitina ai locali".