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Feltri e l'elogio di Serra: nel suo libro il disagio di tutti di fronte alla modernità

di Eliana Giusto domenica 25 ottobre 2015

2' di lettura

In "un tempo non remoto", "le coppie si guardavano negli occhi, parlavano d' amore, disegnavano insieme i propri sogni. Adesso sono distratte, immerse nel mondo virtuale: quello reale non importa né alla ragazza né al ragazzo, che si ignorano, essendo attratti dall'oggetto da essi impugnato più che dal corpo amato". Vittorio Feltri sul Giornale analizza i rapporti di oggi: "Ognuno di noi si relaziona con gli altri tramite il telefonino, che è diventata una prolunga della persona". La conversazione fra due persone è "spezzettata dalla lettura dei messaggi", il telefonino è ormai "un'ossessione". I giovani poi "trascorrono ore e ore davanti allo schermo del personal, discutono in gruppo tramite la tastiera, si danno appuntamento, si fidanzano, fanno l' amore via web".  Da qui l'elogio dell'ultimo libro di Michele Serra, Ognuno potrebbe (Feltrinelli) criticato da molti ma non da Feltri. "Il libro affronta lo smarrimento di un uomo avviato alla mezza età, alle prese con le delizie della modernità in un Paese storto che non stimola a fare: costringe semmai a subire, crea nichilismo e induce parecchi soggetti a una sorta di dolorosa rassegnazione". Nel libro continua Feltri ci sono riflessioni "sulle elucubrazioni astratte e sul pragmatismo integrale di alcuni individui, sulla maleducazione imperante, sull'indefinitezza di un giovane e sulle disillusioni di un anziano". E conclude: "Resta da sottolineare l'insensatezza della vita contemporanea, sopportabile soltanto se si trova un giocattolo (o due o dieci) capace di stordire l'uomo di qualsiasi età. Rotto il giocattolo, o i giocattoli, non c' è altro che giustifichi la sopportazione del tran-tran esistenziale", "a me le afflizioni ironiche di Serra garbano assai".

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