(Adnkronos) - "Le White List a Palermo ancora non funzionano: nel capoluogo risultano iscritte solo undici imprese di cui solo due sono palermitane" ha detto Nino Caleca, consulente giuridico di Legacoop Sicilia. Sorta di autocertificazione delle imprese legali, in vigore da due anni, le White list costituiscono un meccanismo di difesa per le aziende nei confronti delle infiltrazioni mafiose. Un sistema di controllo che, secondo Caleca, potrebbe essere reso più efficace inserendo "nei settori a rischio di infiltrazione mafiosa anche quello della distribuzione commerciale" - cosa che, spiega, "consentirebbe di usufruire di protocolli di legalità, in collaborazione con la prefettura, in grado di estendere e intensificare i controlli anche sull'elenco di soci, come ad esempio il Conad, che sarebbero oggetto di informative della prefettura" - e facendo ricorso a meccanismi che permettano la "esclusione del socio o l'eliminazione della catena in caso di emersione di fenomeni di infiltrazione". Ma non solo. Il consulente giuridico di Legacoop Sicilia auspica inoltre l'applicazione del "rating di legalità da parte della Regione anche nel settore dei pubblici appalti, privilegiando le imprese legali". Una proposta accolta favorevolmente da Carlo Zini, presidente dell'Associazione nazionale cooperative di produzione e lavoro di Legacoop. "Occorre creare le migliori condizioni per favorire la ripresa dei lavori pubblici - ha detto Zini - Le White List rappresentano uno strumento per favorire la trasparenza, ma è fondamentale, in certi contesti, non rallentare i tempi e snellire la burocrazia".