Milano, 21 giu. (Adnkronos) - Il puzzle ricomposto dagli inquirenti di Bergamo restituisce il volto di Massimo Giuseppe Bossetti come l'autore dell'omicidio di Yara Gambirasio, ma resta da stabilire il movente e ricostruire l'esatta dinamica di quanto accaduto il 26 novembre 2010 perchè ogni tessera possa dirsi al suo posto. "Fateci lavorare, ci vuole tempo", spiegano gli inquirenti che, dopo il primo passo falso nell'indagine e le critiche, si godono un successo insperato. Un'indagine "pazzesca, incredibile, lunga e difficile" a voler usare solo alcuni degli aggettivi del pm Letizia Ruggeri, con numeri da record - 120mila utenze telefoniche analizzate, oltre 18 mila dna acquisiti - ma in cui l'indagato continua a respingere le accuse e dove le prime domande attendono ancora risposta. Bossetti seguiva da tempo Yara, si era invaghito di lei o è stata solo una vittima scelta a caso? E' stato un raptus o un delitto studiato in ogni particolare? Il fratello minore ha rivelato che la 13enne gli aveva parlato di una persona "in macchina che andava piano e la guardava male quando lei andava in palestra e tornava a casa", un uomo con una "barbettina come se fosse appena tagliata" e con un'auto "grigia lunga". Aveva il pizzetto Bossetti, ma l'aggettivo "cicciottello" non corrisponde al suo fisico, anche se la zona della palestra di Brembate Sopra sembrerebbe conoscerla piuttosto bene. Ricostruire la vita e i movimenti dell'indagato, confrontare testimonianze e celle telefoniche, analizzare gli oggetti sequestrati e il suo furgone da lavoro, è il nuovo compito degli inquirenti. Gli investigatori stanno lavorando sulle celle telefoniche per poter stabilire il numero di contatti 'virtuali' tra Yara e Bossetti. Le analisi tecniche si concentrano su un arco temporale piuttosto ampio - "da qualche mese prima" della scomparsa - per poter stabilire con certezza se e in quali occasioni siano stati presenti nello stesso luogo. Incroci che richiederanno "ancora un po' di tempo" e che andranno verificati: la stessa cella comprende spazi non così delimitati, ma fornisce una fotografia degli spostamenti della persona. Un accertamento possibile grazie all'intuito degli investigatori: al momento della scomparsa hanno acquisito e salvato tutti i tabulati, cosa non più possibile ora visto che i gestori hanno l'obbligo di conservate i dati del traffico telefonico solo degli ultimi due anni. (segue)