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Beppe Grillo: "Mario Borghezio non è razzista"

di Andrea Tempestini domenica 16 marzo 2014

2' di lettura

«Borghezio non è razzista». Un post scandito a chiare lettere dal blog di Grillo, nonostante Grillo. Non è hackeraggio, ma giustizia. La vittoria-vendetta è di Mario Borghezio e rappresenta il risarcimento simbolico per una querela che l’europarlamentare del Carroccio aveva presentato contro il blog di Grillo, colpevole di aver pubblicato una notizia falsa nei suoi confronti. Alla fine, a porte chiuse, davanti al giudice Simona Siena, gli avvocati sono arrivati a una soluzione pacifica ma assai stuzzicante per il leghista: la rettifica scritta imposta al blog grillino, condita pure da un risarcimento economico. La notizia è stata data ieri dalla Gazzetta di Modena. Il portale Cinque stelle dovrà svelare l’errore e dare ragione al focoso eurodeputato. Borghezio si toglie così una celestiale soddisfazione. La cullava da quasi sette anni, da quando, cioè, sulla pagina “Palazzo pulito” del blog di Beppe, venne inserito tra i parlamentari condannati in via definitiva per un incendio divampato nel cuore della Torino del degrado e dell’immigrazione selvaggia, sotto il ponte di piazza Borgo Dora. Era il primo luglio del 2000, i leghisti scesero in piazza a Porta Palazzo per protestare contro lo spaccio e il degrado, poi visitarono l’area popolata da stranieri. Partì una fiamma. Per la procura quel rogo fu innescato dalla torcia di una camicia verde. Da qui l’accusa di incendio doloso. Borghezio smentì, ma in città gli diedero tutti addosso, a partire dal vicesindaco, Domenico Carpanini, che parlò di «irresponsabile atto di squadrismo» e definì i leghisti «pericolosi». Per Borghezio finì con una condanna definitiva a 2 mesi e 20 giorni, poi commutata in una pena pecuniara, ma niente «finalità di discriminazione», come il blog voleva far credere. Insomma: i giudici accertarono che il razzismo non c’entrava proprio niente. Ma quell'accusa, esclusa dai magistrati e scagliata dal portale Cinque stelle, fece inviperire l’europarlamentare, che si rivolse subito al suo legale. L’altro giorno nel cuore dell’Emilia la questione si è risolta con una stretta di mano e - c’è da supporre - con cimbrici gesti di apprezzamento e piacere da parte di Borghezio. Da una parte lui, il Mario dalla camicia verde, dall'altra il gestore del blog di Grillo, il modenese Emanuele Bottaro, difeso da Enrico Grillo, nipote di Beppe. Per una volta il capo Cinque Stelle dovrà beccarsi le pernacchie e soffocare i "vaffa". di Filippo Manvuller

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