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Al Bano: "Sto con Putin, e la Crimea è come l'Istria: tutti sanno che è italiana"

di Francesco Rigoni domenica 7 settembre 2014

2' di lettura

"Ho conosciuto Putin nell'87. E' un mio fan". Al Bano è molto amato in Russia, e fa parte di una sorta di Little Italy con la chitarra in mano che con l'altra mano, in queste ore, un po' tocca ferro. Pupo e Toto Cotugno, Riccardo Fogli e i Ricchi&Poveri: le voci più amate, invitate e pagate dagli oligarchi. Intervistato dal Corriere, l'artista pugliese racconta come vive questa nuova guerra fredda: "Penso che Putin abbia ragione. Quella parte di Ucraina era Russia ed è Russia. E' come con l'Istria: tutti sappiamo che è italiana, anche se abbiamo accettato i diktat delle superpotenze". "Putin è un grande illuminato" - Al Bano fra due giorni sarà a Mosca, e poi partirà col suo tour: "Ho cantato l'Ave Maria quando c'era l'Urss. Ho sfidato la Spagna di Franco. So che cos'è un regime. Qui c'è una democrazia giovane che esce da settant'anni di comunismo e ha bisogno di tempo. C'è un presidente che dice: voi russi potete stare con la Russia. Io sono nato pugliese, perchè devo morire cinese? Se in Ucraina non andrà a finire come nei Balcani bisognerà ringraziare Putin: un grande illuminato. E' un grande politico che sta dimostrando in questa vicenda tutto il suo valore. Gli danno del dittatore, ma lui ha il popolo dalla sua parte". "Lui non attacca nessuno. Difende e basta" - "Putin è rimasto al fianco dell'Occidente anche nei momenti peggiori", continua il cantante, "Ci ha sempre detto: io sono vostro amico. Però se da ingrati non capiamo la sua politica in Ucraina, poi è giusto che ci dica: attenti, ho la Russia in mano... Nessuno ha detto nulla a Bush che ha ammazzato Saddam quando non nuoceva più. Però si da del dittatore a Putin che vuole aiutare i russi. Lui non attacca nessuno. Difende e basta. Il clima e le sanzioni (per gli altri) - Il cantante pugliese conclude l'intervista raccontando il clima che si vive nel paese e i relativi problemi: "C'è un po' più di diffidenza si sente un'atmosfera pesante. Mi chiedono: 'perchè volete farci la guerra?'. Le sanzioni le sentono quelli che vendono mobili o elettronica: chi fa canzoni, sopravvive. Spero che duri. Con Putin e i suoi si sta da dio. Faccio una decina di concerti l'anno, pagano i cachet senza storie. Quaranta, cinquantamila, non c'è problema...".

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