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Start-up, un popolo che ha un disperato bisogno di matti di talento

di Nicoletta Orlandi Posti domenica 5 ottobre 2014

2' di lettura

Pensa al futuro e guadagnati il presente, diceva Giannino Marzotto, ideatore del premio Gaetano Marzotto: intestato all'uomo che negli anni 20 del 900 lanciò nel mondo l'impresa tessile di famiglia, in Italia è più ricco dedicato alle startup, complessivamente oltre 1 milione di euro. C'è una linea che, attraverso il tempo, collega gli innovatori, figure capaci di andare oltre il dettaglio del presente per avventurarsi in territori sconosciuti ma proprio per questi promettenti. Ci vuole visione, coraggio, un pizzico di follia, ma anche, perché no, un tocco di arroganza e presunzione per essere innovatori. In sintesi serve quello «spirito animale che dà energia, slancio, determinazione. Dovrebbe essere tratto distintivo di ogni vero imprenditore. Non manca certamente, con diversi gradi di manifestazione, agli startupper, quei giovani e meno giovani, che ormai in decine di migliaia anche in Italia scommettono la vita su un progetto d'impresa che, nella loro convinzione, dovrebbe o potrebbe cambiare il mondo o, più semplicemente, il nostro modo di vivere quotidiano. Non manca neanche ai maker, quella figura d'importazione statunitense che da noi abbiamo ribattezzato artigiani digitali e che viene celebrato in questi giorni a Roma nella seconda edizione della Maker Faire. Sono all'incrocio tra manualità e tecnologie digitali e sognano un mondo dove ciascuno di noi sarà produttore grazie alle possibilità offerte dalla stampa in 3 dimensioni. Ho la fortuna di frequentare da qualche tempo questo nuovo ecosistema economico. È corroborante, perché sembra di trovarsi in un altro mondo. Sarà perché sognano (quasi) tutti la California, e più precisamente la Silicon Valley. Sarà perché sprizzano ottimismo. L'innovazione è contagiosa e non la ferma nessuno. C'è chi prova a cavalcarla (con il rischio di ritrovarsi a terra…) e chi la subisce e la patisce. È sempre stato così, solo che oggi è più necessario che mai montare a cavallo. Al Talent Garden di Milano, uno dei nuovi luoghi di riferimento per la tribù degli innovatori, su un muro si legge questa frase di Mark Twain: «Un uomo con un'idea nuova è un matto finché quella idea non ha successo». L'Italia ha bisogno di matti. di GIOVANNI IOZZIA

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