Dopo l'approvazione del decreto Salva Italia, provvedimento varato nel dicembre 2011 con l'obiettivo di abbattere la pressione fiscale, il limite per il pagamento in contanti è stato fissato a 999,99 euro. Ogni spesa che supera questa soglia, pertanto, deve essere saldata con assegni non trasferibili, carte di credito o bancomat. Attenersi a una tale regolamentazione, consente di non incappare in sanzioni che, a seconda dei casi, possono andare dall'1 al 40% dell'importo trasferito con l'addebito di una penalità minima del valore di 3mila euro. Ecco qualche dritta utile per sapere quando usare i contanti è lecito e quando, invece, il pagamento cash non è consentito. Nel caso dell'affitto, per esempio, dovete fare attenzione all'entità della rata che versate mensilmente al proprietario dell'abitazione: se questa è inferiore a 1000 euro, allora potete tranquillamente saldare il conto in banconote. Se dovete ritirare una cospicua somma di denaro dal vostro conto corrente, fatelo senza tenere in considerazione il limite previsto dal decreto Salva Italia: la norma riguarda solo il trasferimento di soldi tra privati. Se vi recate da un Compro Oro, e il valore degli oggetti che volete riscuotere supera i 1000 euro, fate attenzione: il negoziante, perché non abbiateproblemi con il fisco, dovrà versarvi la somma con assegni o bonifici bancari. Nel caso in cui dobbiate stipendiare la vostra donna di servizio con una retribuzione superiore a 999,99 euro, allora - come consigliato da Qui Finanza - optate per un pagamento che risulti tracciabile, per esempio un assegno non trasferibile. La colf potrà poi recarsi presso un istituto bancario e ottenere il corrispettivo della cifra in cash. Nessun problema per i bollettini postali, dove le Poste Italiane fanno da intermediario finanziario. Occhio, invece, alle tasse comunali: in questo caso, infatti, vale la norma di non oltrepassare la soglia di 999,99 in contanti.