Sarà stata la recente sconfitta alle comunali di Salemi, dove era candidato sindaco. Fatto sta che Vittorio Sgarbi, in questo periodo, ha un diavolo (in più) per capello. E al suo umore fumantino non ha certamente giovato una seconda bocciatura in pochi giorni. Non sua, ma del padre Giuseppe. A 93 anni suonati, Sgarbi senior ha esordito come scrittore con un libro ("Lungo l'argine del tempo" edito da Skira) che era nella lista dei possibili finalisti del premio Campiello a Padova. Ma, come scrive Il Gazzettino, Sgarbi senior non ce l'ha fatta, finendo fuori dal quintetto dei finalisti (Michele Mari, Mauro Corona, Giorgio Fontana, Fausta Garavini e Giorgio Falco. Un esito che non è piaciuto per niente al figlio Vittorio, che in serata ha sparato ad alzo zero come suo solito: "Sono indignato perchè hanno perso l’occasione di far parlare di un premio che di suo è morto, e di fare un omaggio a uno dei fondatori, Gian Antonio Cibotto: cosa c’era di meglio che premiare un esordiente ultranovantenne piuttosto che il solito trentenne? Così rinnegano le loro origini, sono degli incapaci. E tutto per far passare due libri Einaudi, una prova della loro mafiosità".