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Bisol: la richiesta di prosecco arriverà in 15 anni al miliardo di bottiglie

domenica 20 dicembre 2015

2' di lettura

Treviso, 17 dic. (Labitalia) - Nel 2006 aveva pronosticato che il Prosecco sarebbe diventato entro il 2020 lo spumante più venduto al mondo. Una stima che all’epoca destò stupore e perplessità, ma che oggi è stata superata dai fatti. Così Gianluca Bisol, presidente della cantina di famiglia di Valdobbiadene con alle spalle 500 anni di storia e 21 generazioni, e noto come 'Mister Prosecco', ora si corregge. “In realtà ero stato sin troppo cauto - ammette - dal momento che a questo risultato siamo arrivati con anni di anticipo rispetto alla mia previsione. E ora, sulla base delle mie esperienze e della conoscenza dei mercati internazionali, solo quest’anno ho visitato oltre 20 Paesi, alzo la posta e dico che entro i prossimi 15 anni la domanda di Prosecco nel mondo sarà di circa un miliardo di bottiglie e quindi dovremo decidere se e come attivarci per poter soddisfare la richiesta”. Pioniere come è sempre stato, Bisol pone quindi già le basi per il raggiungimento di questo ambizioso traguardo per il mondo del Prosecco Doc e Superiore Docg, denominazioni che rappresentano un asset economico rilevante per il Paese, e delle quali la cantina di Valdobbiadene rappresenta uno dei punti di riferimento. “Attualmente sono circa 28mila gli ettari destinati alla produzione di Prosecco - spiega - ma se dovessimo decidere di accontentare le richieste del mercato nel prossimo futuro dovremmo raggiungere i 60mila ettari". "Sempre senza abbassare lo standard qualitativo, anzi con una sua continua crescita - avverte - soprattutto sul territorio più vocato, vale a dire le alte colline di Valdobbiadene. Un modello in tal senso è quello costituito dal Bordeaux, con circa 60mila ettari e una stratificazione nella proposta che riesce a coprire tutte le esigenze delle diverse tipologie di consumatore”. A dimostrare quanto i Bisol siano legati al territorio che li circonda anche l’attenzione per un altro terroir veneto, quello dei Colli Euganei, caratterizzato da terreni vulcanici che lo rendono unico, dove la famiglia Bisol sostiene la cantina Maeli di Elisa Dilavanzo. “Il territorio è tutto: è il cerchio che racchiude la nostra essenza. Per questo gli dobbiamo il massimo rispetto ed è per questo che noi Bisol stiamo investendo denaro e risorse con progetti come 'Residuo 0' e altri, innovativi e fondamentali per un discorso di sostenibilità che, a nostro parere, deve ormai essere visto come un must da tutto il mondo vitivinicolo. Il futuro passa da qui e noi, con 500 anni di storia alle spalle, siamo ben attenti al futuro”, sottolinea Gianluca Bisol. E, a proposito di qualità, è di questi giorni la notizia che la prestigiosa rivista americana 'Wine Enthusiast' ha attribuito il punteggio di 94/100 al Private Cartizze Bisol, ponendolo ai vertici della produzione spumantistica internazionale. Un vero e proprio endorsement che esalta la vocazione della famiglia Bisol all’altissima qualità in tutti i settori come sottolineato dalla conferma della stella Michelin per il ristorante di Venissa, la Tenuta gestita dal giovane Matteo Bisol sita sull’isola di Mazzorbo, perla dell’arcipelago della Venezia nativa.

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