Prima l'accoglienza calorosa (non in senso positivo) degli ambulanti fiorentini, quindi le primarie poco entusiasmanti. Infine i sondaggi flop che lo vedono intorno alla deludente quota del 30 per cento: non saranno elezioni amministrative facili per Dario Nardella, il candidato Pd al Comune di Firenze dove sulla carta sostituirà il suo mentore Matteo Renzi, di cui è da anni un fidatissimo braccio destro. Sulla carta, si diceva, Nardella vincerà facile: troppo influente l'incoronazione ricevuta da Renzi, con l'appoggio di quella parte di imprenditori, Curia e società civile fiorentina conquistata dall'attuale premier. Eppure l'uomo forte democratico per Palazzo Vecchio nelle rilevazioni è in costante discesa: 35% a inizio marzo, 30% oggi. E pensare che Renzi veleggiava al 47% nel 2009, al primo turno. Gli sfidanti a sinistra, dall'ex assessore renziana Cristina Scaletti a Tommaso Grassi per Sel, sono lontani ma non così tanto. Potrebbero rubare fino al 20% a Nardella. Che anche se vuole vincere con un margine di sicurezza quasi certamente dovrà comunque scendere a patti con loro. E tanti saluti ai sogni di autarchia renziana.