Tra l'Iraq e la Palestina, Simone Camilli aveva scelto Gaza. Voleva testimoniare sul campo il dramma di una guerra sanguinosa, un fronte caldissimo dove in qualche misura si decide il futuro del Medio Oriente e dello stesso Occidente. E il videoreporter romano, 35 anni, a Beit Lahiya nel nord della Striscia è morto, mentre stava filmando le operazioni di disinnesco di un missile. Collaboratore dell'Associated press e di altre agenzie di stampa, Camilli è figlio di Pier Luigi, sindaco di Pitigliano (Grosseto) e a sua volta ex giornalista Rai. "Gli è stato chiesto: Vuoi andare a Erbil o a Gaza?. E lui ha risposto: Andrò a Gaza", ha ricordato il chief producer di Associated Press Najib Jobain. "Era mio fratello, lo conoscevo da quasi 10 anni, era così contento di lavorare con me nella Striscia". Camilli non era nuovo della Striscia: era stato più volte nei Territori e in Israele tra 2008 e 2012. Tra i suoi reportage, il rilascio del giornalista israeliano Gilad Shalit nel 2011 e del reporter della Bbce Alan Johnston, nel 2006. Aveva raccontato anche il naufragio della Costa Concordia, l'arresto del militare e criminale di guerra serbo Ratko Mladic e la morte di Papa Giovanni Paolo II. Oltre alla Palestina, il videoreporter romano era già stato in scenari di guerra come la Georgia, nel 2008.
