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Gianfranco Fini propone una riforma (del primo secolo dopo Cristo)

di Andrea Tempestini domenica 21 dicembre 2014

2' di lettura

Un bel temino, firmato da Gianfranco Fini, che prova a dire la sua nell'agone politico intervenendo sul tema degli ultimi giorni: la corruzione, eterna dannazione italiana, di stringente attualità nei giorni più caldi dello scandalo Mafia-Capitale. Così l'ex futurista, in un intervento pubblicato sul sito del suo pensatoio Liberadestra, ci illumina spiegando che "le vicende affaristico-politiche romane e tante altri precedenti inchieste giudiziarie hanno confermato che tra le tante riforme di cui c'è assoluta urgenza, quella della pubblica amministrazione è davvero una questione ineludibile per far sì che l'Italia diventi un Paese meno corrotto". Frasi curiose - Dopo la ben poco originale premessa, Gianfry prosegue nello svolgimento suggerendo come il Belpaese possa riformarsi. Curioso il fatto che Fini scriva: "Ciò detto e guardando al futuro, cosa fare per volare pagina?". Dicevamo, una frase curiosa. Già, perché si continua nella lettura e si scopre che per il fu presidente della Camera "a tal fine sarebbe opportuno istituire una task force cui affidare il compito di avviare un'opera di semplificazione e ripulitura del nostro ordinamento giuridico". Nell'Italia delle mille e mille commissioni, insomma, per Fini serve pure una task force. Ma dicevamo, sempre su quella frase curiosa. Che c'è di curioso? Di curioso c'è quanto scrive subito dopo Gianfranco: "Ricordiamoci quello che scriveva Tacito negli Annali: la Repubblica diventa corrotta quando le leggi sono moltissime". Indietro tutta - Un bel tuffo nel "futuro", dunque, quello di Fini, che per sconfiggere la corruzione e riformare la pubblica amministrazione ci suggerisce un modello che risale al primo secolo dopo Cristo, gli anni vissuti dall'oratore e senatore romano, la cui opera citata da Gianfy fu scoperta nel 1508 e pubblicata nel 1515. Certo, bisogna sempre far tesoro dell'esperienza di chi ci ha preceduto, ma per chi afferma di guardare al "futuro", il fatto di tornare al primo secolo dopo Cristo, forse, è un poco esagerato.

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