Implacabile, Aldo Grasso demolisce Fabio Caressa, il commentatore "mondiale" di Sky. "Cotto e mangiato - attacca sul Corriere della Sera -, non poteva finire altrimenti Fabio Caressa" (un riferimento alla moglie, Benedetta Parodi). Per il critivo tv, "dopo la Nazionale azzurra, il grande sconfitto di questo Mondiale brasiliano è proprio lui. Sognava di ripetere i fasti di Germania 2006...". E "invece torna scornato. Travolto dalle critiche, più o meno come un Felipao Scolari". Grasso passa poi in rassegna le sue gufate. Quelle durante Italia-Uruguay ("Nessuno è bravo come noi con le spalle al muro") e quelle durante Brasile-Germania ("Siamo al 24esimo, attenzione. E io di partite strane che sembravano finite ne ho viste tante, Beppe"). Quindi il critico ricorda i dialoghi di Caressa con i protagonisti, tipo l'arbitro che non ha espulso Suarez: "E allora me lo cacci fuori! L'ha morso ancora". Massacrato - Insomma, per Aldo Grasso il commentatore che accompagnò il trionfo azzurro a Berlino è "vittima del narcisismo". "Ha pensato che i suoi commenti, le battute, gli incipit paraletterari fossero più interessanti delle partite stesse. Così ha ridotto Beppe Bergomi al ruolo di malinconica spalla". La demolizione continua: "Così ha cominciato a sciorinare un repertorio di frasi fatte, ma con la prosopopea del cronista di guerra, quel trapassare dal trotto al galoppo del diaframma. Si è impegnato ad accatastare iperboli, logorroico ed estenuante, a compiacersi del suo lussureggiante proliferare sintattico dietro cui, forse, si cela solo l'invidia per la naïveté con cui la moglie Benedetta Parodi affronta i fornelli, il frigorifero, la vita". Dunque, se la bocciatura non fosse sufficientemente chiara, la chiosa: "Le telecronache di Sky avevano fatto fare un salto importante a questa singolare pratica retorica, ma ora capitan Caressa le ha trascinato nel protagonismo, nell'autocompiacimento, nel selfie. Cotto e mangiato, come un soufflé appena scongelato".