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M5s, mozione di sfiducia per Gentile

di Ignazio Stagno domenica 9 marzo 2014

2' di lettura

Antonio Gentile si è dimesso. Il sottosegretario ai Trasporti ha fatto un passo indietro: "Torno a fare politica sul territorio". Le sue dimissioni di sicuro sono una sconfitta per Ncd e per Angelino Alfano. Il ministro degli Interni perde il duello con Renzi che fa fuori uno dei suoi uomini al governo. Renzi si è piegato alle richieste di buona parte del Pd che ha chiesto la testa di Gentile un minuto dopo il suo giuramento. Renzi ha accettato il diktat del Nazraeno e senza pensarci ha defenestrato uno degli uomini di Angelino. Il nome di Gentile molto probabilmente era stato indicato dallo stesso Alfano. Ma con le dimissioni, dopo le pressioni della stampa e del Pd, il ministro degli interni ha perso la partita col premier. A volere la testa di Gentile però erano anche i grillini. "Il M5S sta preparando la mozione di sfiducia individuale contro il sottosegretario Gentile nominato da Renzie". Il Movimento 5 stelle con un post pubblicato sul blog di Beppe Grillo intitolato 'Fuori Gentile dal Parlamento', nel pomeriggio aveva messo nel mirino il sottosegretario finito nella bufera per le sue presunte pressioni al direttore de L'Ora della Calabria perchè non pubblicasse un articolo che riguardava il figlio. La mozione è stata firmata dai parlamentari calabresi 5 stelle Nicola Morra, Paolo Parentela, Dalila Nesci e Federica Dieni. "Gentile - si legge nel post - finisce agli onori della cronaca per un'incredibile vicenda di soffocamento della liberta' di stampa". Ed e' "questa la Calabria premiata da Matteo Renzi nel sottobosco dei sottosegretari. Caro Matteo, caro Pd, della vostra tardiva e forse strumentale presa di coscienza non sappiamo cosa farcene: i calabresi veri si stanno svegliando, ed iniziano a coltivare il dono della memoria. Con cui gli ipocriti ed i bugiardi verranno puntualmente sputtanati". Il caso - Gentile fino all'ultimo ha cercato di resistere.  E alla Telefonata di Belpietro aveva confermato di non voler fare alcun passo indietro: "Mio figlio non risulta neppure indagato. Pressioni sull'editore? Non ne avevo bisogno, L'ora della Calabria aveva già pubblicato la notizia su mio figlio su internet". Gentile ha aggiunto: "A febbraio ho querelato l'editore del quotidiano calabrese". Quindi la risposta a chi chiedeva un passo indietro: "Chi vuole le mie dimissioni non conosce i fatti". Intanto è saltato fuori l'audio di una telefonata tra l'editore del quotidiano l’editore Alfredo Citrigno ed il presidente di Fincalabra e stampatore del giornale, Umberto De Rose, vicino alla famiglia Gentile. Una telefonata che ha fatto molto discutere. E che probabilmente per Gentile è stata fatale. 

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