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Bioarchitettura al femminile: occhio a materiali, ambiente e risparmio

Wittfrida Mitterer: "Creiamo luoghi in cui sia possibile mettere radici"
domenica 10 marzo 2013

2' di lettura

Roma, 8 mar. - (Adnkronos) - Attento ai materiali, che siano ecompatibili e biosostenibili, ma anche alle tradizioni; capace di affrontare la complessità di un progetto contemporaneo e di trovare soluzioni al di là delle pratiche correnti; in grado di portare avanti una visione strategica senza mai perdere di vista gli obiettivi primari: energia e salute. E' l'architetto secondo la visione di Wittfrida Mitterer, bioarchitetto e direttrice della rivista "Bioarchitettura". Missione, "fare in modo che chi abita lo spazio si senta bene e davvero a casa, parte integrante dell'ambiente che lo circonda". Lei parla della bioarchitettura come di "una sorta di nuovo Umanesimo" che prende in considerazione, per progetti e interventi, "la storia e la geografia di un luogo e punta alla sostenibilità, ma anche alla durabilità, perché i progetti siano non solo sani ma anche fatti per duarre nel tempo, e quindi economici". Moda o questione da ambientalisti? Non solo, perché "intervenendo in fase progettuale e puntando sui dettagli costruttivi si può risparmiare parecchio. In più, noi sanciamo il principio dello slow-tech in contrapposizione all'hi-tech". No, quindi, a tutta quella tecnologia che a volte non fa altro che complicarci l'esistenza. Senso pratico femminile, unito alle competenze della bioclimatica (raffrescamento, ventilazione e illuminazione naturali), dell'isolamento termico e acustico e del risparmio energetico. Il bioarchitetto deve anche sviluppare le competenze che gli permettano di saper valutare in termini ecologici i materiali edili, gestire le acque e risanare il presistente. "Ormai non esiste più un progetto in cui ecologia e sostenibilità non vengano prese in considerazione. Oggi - sottolinea - soprattutto i giovani guardano con attenzione a temi quali bioclimatica, biocompatibilità, energia grigia". Per la Mitterer, "qualità è l'equivalenza di qualità delle relazioni e l'architettura è lo strumento attraverso il quale un luogo diventa interessante". Compito dell'architettura deve essere quindi quello di creare luoghi in cui "sia possibile mettere le radici". Vocazione che si contrappone alla criticità dell'architettura contemporanea, ovvero la scarsa attenzione verso l'accoglienza e l'autorefenzialità, mentre "un ambiente sociale è più simile a un organismo", aggiunge la Mitterer.

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