Roma, 14 nov. - (Adnkronos) - Per la prima volta una grande mostra che documenta quanto gli artisti 'Nordici', Böcklin, Hodler, Klimt, Klinger, von Stuck, Khnopff e gli Scandinavi di varie tendenze come Zorn, Larsson o addirittura Munch, abbiano influenzato gli italiani, che ne hanno subìto il fascino o che ne hanno abbracciato con convinzione ed efficacia le suggestioni. Apre il 22 febbraio a Palazzo Roverella a Rovigo, la mostra 'L'ossessione nordica. Bocklin, Klimt, Munch e la pittura italiana'. L'arte nordica (scandinava, baltica, scozzese e tedesca più in generale) occupò, infatti, il ruolo di protagonista nelle prime edizioni della Biennale di Venezia, che nasce nel 1895, a fianco dei residui dell"art pompier' e delle manifestazioni dell'ufficialità accademica internazionale, rappresentando un elemento di novità e la vera svolta verso linguaggi e sensibilità moderni e talvolta rivoluzionari. Incise a tal punto che Vittorio Pica, il critico italiano forse più aggiornato e internazionale dell'epoca, ricordò nel 1901 con indubbia efficacia che gli artisti italiani, vecchi e giovani, erano presi da una sorta di ossessione nordica. La mostra seleziona un gruppo di opere fondamentali nel tracciato della scelta 'nordica' delle prime Biennali. Tra queste, in particolare, quelle che hanno determinato scelte e linee artistiche e culturali destinate a segnare indelebilmente anche il percorso condiviso e le differenti tendenze nell'arte italiana del primo Novecento. (segue)