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Scalfari: "Benigni al Quirinale dopo Napolitano"

Il fondatore di Repubblica esulta per la scissione del Pdl: "Ora il governo è più forte, si è sbarazzato di Belusconi". Poi il delirio: "Benigni dopo Napolitano"
di Ignazio Stagno domenica 17 novembre 2013

2' di lettura

"Sono felice per la scissione di Alfano, per me sono stati giorni intensi indimenticabili". A parlare non è una colomba e nemmeno un falco. No, è Eugenio Scalfari. Nel suo "sermone" domenicale Barbapapà esulta e gode per la scissione degli alfaniani: "La scissione del Pdl e la nascita di quella che noi chiamiamo la destra repubblicana rappresenta una novità di grandissimo rilievo nel panorama della politica non soltanto italiana ma anche europea. Il governo Letta ne esce rafforzato perché scompare la presenza di Berlusconi e del berlusconismo dalla maggioranza". Archiviato il capitolo "goduria", Scalfari precisa subito che il suo articolo della domenica "non è su questo punto". Peccato che in prima pagina su Repubblica va proprio il suo "inno alla gioia" per lo strappo degli alfaniani. Ma lasciando stare questo punto ecco che Scalfari racconta la sua settimana. Il viaggio a Milano... - E parla di un viaggio a Milano con sua moglie che lo ha fatto ritornare nel passato: "Venerdì scorso ho avuto modo d'incontrare nel corso di una cena in piedi una quantità di amici d'un tempo e di rievocare con loro la Milano di allora. Qual era la Milano degli anni Cinquanta e Sessanta? Quella della ricostruzione e poi del "miracolo italiano" nelle sue classi dirigenti politiche ed economiche? Chi erano gli esponenti di quei partiti, di quei sindacati, di quel capitalismo e di quella classe operaia? C'erano parecchi dei loro figli a quella cena dell'altro ieri: la figlia di Bruno Visentini, il figlio di Carlo Draghi, il figlio di Raffaele Mattioli, Maurizio, il figlio di La Malfa, la figlia di Aldo Crespi, la moglie e i figli di Franco Cingano. Io conoscevo i padri, ma poi ho incontrato anche loro e ne sono diventato amico. Sono i vantaggi, per mia fortuna, d'una lunga vita". Terminato il momento amarcord arriva una proprosta: Benigni al Colle al posto di Napolitano. Scalfari continua a parlare del suo viaggio a Milano e racconta: "Prima di ripartire per Roma, la sera sono andato con mia moglie allo spettacolo di Nicoletta Braschi al teatro Parenti. Il programma era un testo di Samuel Beckett intitolato "Giorni felici". "Benigni al Quirinale" - Nicoletta è una grande attrice di teatro, il testo da lei recitato è terribile ma splendido nella sua terribilità. Poi abbiamo cenato insieme a lei e a suo marito Roberto Benigni, con Franco Marcoaldi e Nadia Fusini". E qui arriva la candidatura di Benigni al Colle: "Una volta scrissi che Benigni, quando Napolitano se ne andrà anche lui sulla panchina del Pincio come auspica Grillo, potrebbe benissimo andare al Quirinale. Naturalmente era una battuta ma la cultura di Roberto e di Nicoletta è tremendamente seria e quello che pensa e come ama il nostro paese Benigni è esattamente quello che penso ed amo anch'io. Non siamo molti ma, come dice Beckett, la vita è fatta di poche cose. L'importante sarebbe di saperle scegliere e spero che questo avvenga". 

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