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Fare la spesa (e risparmiare):ecco tutti i consigli di Libero

I segreti per compilare una lista consapevole: mai seguire l'ordine dei banconi (prima le bevande, poi i primi, quindi i secondi). Frenate gli impulsi...
di Andrea Tempestini domenica 4 agosto 2013

3' di lettura

Il segreto per fare acquisti con la testa è semplice: munirsi di una lista della spesa efficace. Soprattutto capace di imbrigliare gli acquisti d’impulso, che hanno sempre fatto ricchi i supermercati e assottigliato i budget familiari degli italiani. E non solo.  Se ciascuno di noi comperasse soltanto quello che gli è strettamente indispensabile per vivere - parlo di una esistenza decorosa, quindi con di togliersi qualche soddisfazione con gli acquisti auto gratificatori - la maggior parte di super e ipermercati avrebbe chiuso da tempo. L'acquisto d'impulso è quello non programmato, fatto  in funzione di uno stimolo improvviso che non tiene conto  convenienza e tantomeno dell'utilità della merce che si sta mettendo nel carrello. Nella terminologia della grande distribuzione, quasi interamente mutuata dal marketing made in Usa, si parla addirittura di impulse goods, beni di impulso e di impulse buyer, consumatori che acquistano casualmente qualunque prodotto appena lo vedono, senza averne programmato l’acquisto.  Attenti a non cadere però nella trappola del “proibizionismo”: vietarsi di acquistare qualunque cosa sia al di fuori della lista della spesa ha sovente l’effetto contrario: la proibizione innesca il desiderio. Con gli alcolici, le sigarette, i dolci. E pure con la spesa. Semmai si tratta di imbrigliare queste pusioni all’acquisto. razionarizzarle e tenerle sotto controllo. Personalmente passo molto tempo nei supermercati per lavoro e ho capito presto quanto sia importante non vietarsi di fare certi acquisti ma di metterli in nota. Così ho elaborato una mia lista della spesa che ho messo alla prova e testato per diversi mesi. Personalmente mi classificherei proprio nella categoria degli “impulse buyer” ma grazie alla lista che ho elaborato sono riuscito a ridurre di molto i prodotti acquistati d’impulso. Eccola in breve (chi volesse scaricarla la trova sul mio blog personale: www.etichettopoli.com). Innanzitutto la nota dev’essere organizzata per categorie merceologiche in base alla sequenza di consumo a tavola. Le bevande vengono prima di tutto, poi gli antipasti, i primi come pasta e riso, i secondi (carne, pesce, pollame e formaggi), i condimenti e le conserve (dalla passata all’olio), la verdura e la frutta. Nel riempire il carrello si deve seguire quest’ordine, anche se comporta di attraversare in lungo e in largo il supermercato perché si ottiene un primo risultato tangibile: non si segue l’ordine di disposizione dei prodotti nel supermercato, studiato dagli store designer proprio per stimolare nei clienti l’acquisto d’impulso. Anche se il reparto dell’acqua è il più lontano dall’ingresso è da là che devo partire. Prima regola: non seguire il percorso suggerito dai banconi. A questo punto mi sono accorto di un elemento fondamentale, capace di rendere inefficace la lista più organizzata: escludere gli extra è un errore, tanto poi rischio di comperarlo lo stesso. Così ho previsto uno spazio (limitato), proprio per le merci non in lista ma che decido comunque di acquistare. L’esempio classico sono le lamette da barba, il bagnoschiuma che erano finiti ma avevo dimenticato di mettere in lista. O il cavatappi (quello che utilizzo è rotto e mi riprometto da tempo di sostituirlo). Nella mia lista c’è una sezione («Extra»), che aggiorno in tempo reale a mano a mano che compero quanto non previsto. L’ideale sarebbe scrivere anche i prezzi. Ma non è finita qui. Per ridurre al minimo le tentazioni ho introdotto una sezione che ho battezzato: «Stavo per comperare...». E lì metto tutti gli acquisti d’impulso che sono riuscito a scongiurare. Con i relativi prezzi. Il totale di questa colonna è probabilmente la voce di risparmio più consistente nelle liste della spesa della stragrande maggioranza degli italiani. Oltre agli extra prevedo comunque un’altra categoria di acquisti che talvolta mi concedo magari in chiave gratificatoria, gli «Speciali». Può trattarsi di un prodotto di elettronica, ad esempio un hard disk da un terabyte, come un pesce particolarmente costoso ma che desidero mangiare da tempo. O più banalmente una penna dalla forma simpatica che noto da mesi nel reparto di cancelleria. L’importante, però, è arrivare al supermercato con la parte degli «Speciali» già compilata e non sgarrare. Secondo un calcolo empirico che ho fatto negli ultimi mesi finora sono riuscito a ridurre il valore degli scontrini del 30% circa. L’ideale, infatti, è tenere tutte le liste della spesa e una volta tornati a casa, compilarle con i relativi importi, guardando lo scontrino. Così si scoprono fra l’altro errori di prezzatura da parte del supermercato. Rari ma non impossibili. di Attilio Barbieri @attilionio

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