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Le grandi famiglieicona di leggerezza

Dalle organze peso piuma alle impalpabili sete. E ora Kristina T si lancia nel mondo delle scarpe
di Andrea Tempestini domenica 27 ottobre 2013

4' di lettura

Lo slogan «Tamigi costumi d’amare» fu coniato da Franco Tardito, attuale amministratore delegato e padre di Cristina con altri due figli: Marco, laureato a Parigi, facoltà Grafica e Comunicazione, Cristina, laureanda alla facoltà  di Architettura a Firenze e l’ultima, Federica, impegnata quale artista del Teatro Danza.  Insomma erano un’équipe che prometteva bene. Nel lontano 1970, l’azienda era leader del settore: la rendeva unica la tecnologia applicata ai telai tutti inglesi,  come pure tutto il ciclo dal filo alla consegna. Ma ben presto il marketing cambia e da un’idea nasce un successo che permette alla famiglia di conquistare una nicchia molto importante di mercato: nasce l’intimo in cachemire unico, così fine, da poter essere tessuto nei loro macchinari. Pensate a un filato di titolo altissimo: per darvi un’idea 60 chilometri di filo in una bobina da un chilogrammo. Nel 1975 Tamigi entra e si specializza anche nel settore articoli nautici e, con un’altra sterzata, passa dal costume tecnico a quello da medaglia d’oro. Piano piano diventa protagonista del fashion system.  Nel 1990 eccoci al collasso del settore. L’azienda reagisce ridisegnando la sua storia sia per l’industria che per la parte commerciale. Ecco è qui che «Kristina T» dà una forte accelerazione e ben presto vengono aperti negozi a Milano, Forte dei Marmi e Porto Cervo, dove pure Tina Turner si compera un costume tutto d’oro e Ralph Laurent, dopo aver svaligiato il negozio, le manda una lettera: «I love your shop». Ben presto aprono anche i negozi monomarca a Roma e a Torino. Cambiamento Tutto si trasforma per dare spazio all’area stile, lo staff prodotto che collabora con il direttore creativo «Kristina T» che ormai uscita dai paletti spazia dal costume all’intimo, proseguendo con accessori, scarpe prodotte da Mosai con shoes per arrivare sino al capo spalla. Pensate che una collezione è di circa 200 pezzi.  Inoltre disegna due capsule. La prima Entre deux dedicata al Natale, ai balli e alle cene di rito. L’altra sempre di 30 pezzi all’estate, un flash di Maggio anche molto frivolo. Il suo nome è «5 à 7». A questo punto, viene creata un’area, la «modelleria».   Tre modelliste e 30 persone addette al controllo qualità e prototipiste. Nel contempo, è il 1985, l’amministratore unico decide di ritirare dal mercato sempre pensando nostalgicamente a «Tamigi costumi d’amare» mettendo al suo posto, e dedicando tutta la sua attività aziendale al marchio «Kristina T», già in azienda per la parte intimo e costumi. In quel periodo lavorò anche per Pucci, Marni e tanti altri nomi importanti della moda. Attualmente con Chanel. A Milano viene ricollocato il negozio nel cuore di Brera in Via Solferino e uno show room in via Statuto dedicato ad accogliere la clientela più esclusiva italiana ed estera. «Mi sono appassionata anche ai numeri e quando realizzo le mie collezioni è quasi una sfida che stuzzica la mia fantasia». Le piace sperimentare sul jersey dandoli mille finimenti e sfumature. La sua tendenza low profile le permette di essere se stessa sempre. Kristina ha un carattere forte, è determinata e conosce molto bene le regole della femminilità e della sensualità. Lei ama molto l’acqua e dichiara a Libero: «Amo rilassarmi in piscina possibilmente sola e ai bordi lascio un quaderno e una penna e ogni idea che mi passa per la testa me la segno; la vasca può attendere». Colori Non perde l’occasione di ispirarsi alla natura e ai suoi colori. I suoi tessuti preferiti sono leggeri, spesso utilizzati come sottogonna o piccoli top come sete goffrate, mussola di cotone, rafia jacquard, stampe floreali su rasi impalpabili, organze stampate insomma tutto ciò per creare il suo tipo di donna ideale. Qual è la tua? Kristina risponde: «Una donna dolce, positiva, tenera un po’ civettuola con quel pizzico di sensualità che piace tanto agli uomini che sia sempre padrona della sua forza e del suo carattere vincente».  Insomma un’atmosfera un po’ fiabesca come l’alba in riva a un lago nei film noir, le sfumature del cielo della notte dove le ragazze tornate dalla festa sono a piedi nudi, capelli scarmigliati non vogliono dormire ma ridere, commentare la serata magari di amori nascenti ma tra poco la magia svanirà  con i suoi colori lasciando arrivare l’alba con la sua palette di colori che con l’arrivar del sole cambiano. Kristina ha voglia di trasgredire gli schemi.  Il suo cervello è sempre in movimento e il suo sogno è quello di produrre e vendere per poter veder camminare una sua creatura per le strade di tutto il mondo. Riuscirà ogni tanto a fermare il suo cervello? Difficile. di Patrizia Busnelli

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