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Legge di stabilità, il governo: in primavera 2014 bonus di 200 euro in busta paga

Manovra da 15 miliardi, 5 per il cuneo fiscale ma solo 3 ai 20 milioni di lavoratori dipendenti fino a 55mila euro di reddito. Novità per i pensionati
di Giulio Bucchi domenica 13 ottobre 2013

2' di lettura

Una manovra da 12-15 miliardi di euro oer il 2014. Questa, per ora, è l'unica certezza che filtra dalla legge di Stabilità allo studio del governo. I particolari, però, sono nebulosi. Si parla di tagli alle Regioni e agli sprechi della spesa pubblica (concetto ricorrente quanto disatteso), di rimodulazione della Service Tax e ridefinizione dell'imposta sulla casa. E, promettono da Palazzo Chigi, in tasca ai lavoratori dipendenti sotto i 55mila euro lordi di reddito annuo arriverà entro la prossima primavera un regalo in busta paga: tra i 150 e i 200 euro, in un'unica soluzione. Un po' poco, per la tanto strombazzata riduzione del cuneo fiscale. Bonus risicato - Il punto è il solito: la coperta corta. Le risorse per agire sul cuneo (banalmente: le tasse sul lavoro a carico delle imprese) sono ridotte: 5 miliardi al massimo. Di questi, nella migliore delle ipotesi soltanto 3 miliardi. Il guaio è che questi 3 miliardi dovranno bastare per i quasi 20 milioni di soggetti lavoratori dipendenti con un reddito, come detto, compreso tra 0 e 55mila euro annui (cioè 2.800 euro lordi al mese), compresi i 3 milioni che non pagano l'Irpef perché con redditi troppo bassi o grazie a detrazioni e deduzioni. La calcolatrice non mente: in media, si parla di 150 euro. Anche limitando la platea di beneficiati il risultato non cambia: fermarsi ai redditi di 44mila euro lordi (2.180 euro al mese) escluderebbe appena 1 milione di lavoratori, portando il bonus medio a 158 euro. Novità per i pensionati - Dal bonus studiato dal governo sarebbero esclusi poi i pensionati, per cui però si starebbe pensando a una soluzione di compromesso: sbloccare l'adeguamento all'inflazione per gli assegni fino a 6 volte la pensione minima (3.000 euro lordi), sia pure con un eventuale taglio alla percentuale di adeguamento (al 90% per le pensioni da 3 a 5 volte il minimo, al 75% per quelle 5 e 6 volte superiori al minimo). Tradotto: gli assegni previdenziali potrebbero crescere, ma meno del previsto. In ogni caso, l'effetto sarebbe quello di un placebo per una platea di contribuenti gravati, è la stima della Cgia di Mestre, da oltre 100 tasse e gabelle.

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