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Ruby, Ferrara: "Milano come Teheran, una sentenza bestiale"

L'Elefantino spara a zero sulle toghe. In mattinata aveva scritto: "Arcinemici di Berlusconi, se esultate per la condanna vi azzanno e bevo il sangue"
di Andrea Tempestini domenica 30 giugno 2013

Giuliano Ferrara

2' di lettura

Ergastolo politico a Silvio Berlusconi: questa la decisione in primo grado del Tribunale di Milano. Per il caso Ruby piove una condanna a sette anni e interdizione a vita dai pubblici uffici. Una pronuncia più pesante della richiesta avanzata da Ilda Boccassini. Riconosciuti entrambi i reati, quello di prostituzione minorile (anche se nessuna prostituta si dichiara tale) e quello di concussione (senza concusso: nessuno della Questura di Milano si è costituito parte civile al processo). Tra i primissimi a commentare la sentenza, in diretta su SkyTg24, c'era Giuliano Ferrara, che ci è andato giù pesantissimo: "Milano da oggi ha un nuovo nome, Teheran". L'Elefantino, di fatto, paragona il regime giudiziaro a quello degli Ayatollah. Ferrara ha aggiunto che i giudici sono "antropologicamente contro Berlusconi" e che "la maggioranza del popolo italiano considera il processo una farsa". Inoltre il direttore annuncia: "Domani (martedì 25 giugno, ndr) in piazza Farnese manifestazione contro il Tribunale speciale del comune sentimento del pudore". Tutti in piazza per difendere Berlusconi dall'offensiva delle toghe. L'editoriale - Ma Ferrara aveva "apparecchiato la tavola" per la sua offensiva mediatica già in mattinata, nel consueto editoriale sul Il Foglio di lunedì. "Oggi è una giornata speciale", premetteva Ferrara riferendosi alla prossima sentenza nel caso Ruby. "Si decide una questione culturale e morale che sta alle radici degli ultimi vent'anni di vita pubblica". L'Elefantino spiegava: "Io sono indulgente con i vezzi e i vizi del Cav, sono indulgente abbastanza anche con i miei, divento intransigente e rissoso e attaccabrighe quando improvvisati maestri di etica pubblica si fanno cattedratici della morale privata altrui". "Fottuto arcinemico" - Ferrara continuava: "Non importa la sentenza sul caso Ruby cosiddetto. Cioè importa tantissimo. Ma non è l'essenziale, dico il dispositivo di primo grado". Per il direttore, l'"essenziale è come il Paese reagirà". L'Elefantino spiegava che in caso di verdetto positivo "esprimerei soddisfazione" perché "si rimuove un ostacolo alla libertà della politica e alla sua autonomia". In caso contrario, nel caso in cui il verdetto fosse stato negativo (il caso che si è poi presentato), "mi lagno pubblicamente del malefatto, poi aspetto un minuto". Per "lagnarsi", si è lagnato subito. Ma che aspetta, Ferrara, in quel minuto? Aspetta le reazioni scomposte di "qualche fottuto arcinemico di Berlusconi" che intende approfittare della situazione. "Berrò il vostro sangue" - E all'eventuale reazione scomposta del "fottuto arcinemico" (che ora, c'è da scommetterci, arriverà), Ferrara annunciava una risposta vampiresaca. "Mi metto a morsicarlo con la mia povera dentatura sperando che esca sangue - proseguiva -, per poterlo copiosamente bere. Chi vuole costruire le sue fortune morali e politiche, e addirittura finanziarie, su origliamenti, pedinamenti, intercettazioni, testimonianze e documenti immersi nell'ambiguità di un riprovevole fenomeno di guardonismo da paese incivile, irrispettosamente verso la vita privata di una persona, è giudicabile alla stregua di un avversario personale - avvertiva -, un italiano a cui togliere il saluto dall'alto di una superiorità indiscutibile, di un imperativo categorico, di una certezza direi kantiana. Intesi?". Ora fate attenzione, "fottuti arcinemici" di Berlusconi...

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