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Rai, la gaffe di cattivo gusto: viale Mazzini produce "Sangue", il film con l'ex Br che uccise Peci

La pellicola è stata presentata al festival di Locarno. Il regista Delbono fa recitare Senzani, l'uomo che uccise il fratello del brigatista "pentito". E nella scheda appare il marchio "Rai Cinema"
di Ignazio Stagno domenica 18 agosto 2013

2' di lettura

Può un carnefice recitare nei panni di una vittima? Sì, se ti chiami Giovanni Senzani e sei un ex brigatista accusato di aver ucciso Roberto Peci. Sangue, il nuovo film di Pippo Delbono ha scatenato aspre polemiche durante l'ultimo festival del cinema di Locarno. Il film racconta la spietata esecuzione di Roberto Peci, fratello di Patrizio primo pentito delle Brigate Rosse, ucciso il 3 agosto 1981 con 11 colpi di pistola dopo 53 giorni di prigionia in una cava abbandonata sulla via Appia a Roma. Roberto aveva 24 anni, non faceva parte delle Br, aspettava una figlia che non ha mai conosciuto. Aveva una sola colpa essere il fratello del "brigatista traditore". Senzani per l'omicidio di Peci ha scontato 23 anni di prigione, una lunga pena. Ma dopo anni di silenzio, la sua partecipazione attiva come attore in un film che racconmta forse il gesto più crudo delle Brigate Rosse, appare a molti inopportuna.  Cattivo gusto - Nel film oltre all'esecuzione di Peci, appare anche il funerale di Prospero Gallinari: "Nel funerale di Gallinari ho rivisto il funerale di Moro, quelli dei compagni caduti e delle nostre vittime: quel giorno ho capito che la nostra storia, la nostra piccola storia, era davvero finita", afferma, con nostalgia Senzani. Strumetalizzare il dolore è di per sé segno di cattivo gusto, ma inserire nella sceneggiatura di un film chi racconta una tragedia che di quel sangue si è macchiato è davvero intollerabile. Senzani ha scontato la sua pena e fino a prova contraria può fare ciò che vuole. Macchia Rai -  Ma una cosa poteva essere evitata. Accostare il nome "Rai Cinema" alla pellicola di Delbono. Nella scheda del film, pubblicata sul sito del regista si legge: "Produzione: Compagnia Pippo Delbono, Casa Azul Films. Coproduzione: Cinémathèque suisse, RSI Radiotelevisione svizzera, Vivo Films con Rai Cinema". Insomma il nostro servizio pubblico è al fianco di un brigatista che da carnefice si fa attore e rivisita ancora la fine crudele di Peci. Viale Mazzini poteva evitare la copruduzione. Sarebbe stato un gesto di civiltà che purtoppo non è arrivato. La figlia di Guido Rossa, anche lui vittima delle Br, al Corriere qualche giorno fa ha detto: "Non si sale in cattedra senza confronto". In Italia sì. (I.S)

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