Venezia, 27 nov. (Adnkronos) - "Facevo l'imprenditore prima che Berlusconi entrasse in politica. La mia azienda a Montebelluna ha subito dieci tentativi di furto, e una volta i Carabinieri hanno trovato dentro il ladro. Sono stati loro a consigliarmi di prendere il porto d'armi. E cosi' ho fatto. Io sono un cittadino come tutti gli altri, e voglio essere considerato tale. La pistola la porto per proteggermi nel caso dovessi imbattermi in qualche male intenzionato, ma non ho mai sparato e non credo di avere il coraggio di farlo, se non per difendermi, e molto probabilmente in quel caso sparerei in aria". Cosi' l'assessore regionale veneto di Fi, Remo Sernagiotto spiega all'Adnkronos perche' va in giro con un revolver P38 special. Il problema e' nato quando ieri sera, mentre stava percorrendo i corridoi di Palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio regionale veneto a Venezia, la pistola infilata nei calzoni e' stata vista da piu' di qualcuno e cosi' e' nato il 'caso' che l'assessore e' deciso a riportare "nei giusti termini": "Non la porto mai in Consiglio regionale. Ieri l'avevo riposta in un cassetto nel mio ufficio - spiega - poi, dopo la seduta del Consiglio, sono andato a riprenderla perche' dovevo andare a un incontro politico a Verona che sarebbe durato fino a tarda sera". "E io - spiega l'assessore raggiunto al telefono mentre sta partecipando alla manifestazione di Roma per Silvio Berlusconi - non giro ne' con l'auto blu, ne' con l'autista, ma vado in giro tutto solo con la mia Mini, pagandomi la benzina". "E cosi' , quando so che faro' tardi in qualche citta' per un incontro o una riunione, la porto con me, ma piu' con il fine di spaventare qualche possibile male intenzionato che non quello di sparare veramente. Non sono un pistolero... E poi, non e' un segreto, i miei colleghi di giunta lo sanno tutti che porto la pistola, ma appunto solo per un'eventuale legittima difesa. Io sono un uomo pacifico".