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Tav: chiamo' 'pecorella' carabiniere, tra testi difesa anche prete

sabato 30 novembre 2013

1' di lettura

Torino, 29 nov. - (Adnkronos) - Sentire in aula un sacerdote e altre persone "perche' e' importante capire la personalita' dell'imputato e le condizioni emotive in cui si trovava in quel momento". Cosi' l'avvocato Claudio Novaro ha spiegato al giudice la rilevanza di alcuni dei testimoni che ha chiesto vengano sentiti nel processo a Marco Bruno, l'attivista No Tav che aveva chiamato "pecorella" un carabiniere durante una manifestazione in Valsusa il 28 febbraio 2012. "Luca Abba', che e' amico dell'imputato, era da poco caduto da un traliccio - ha spiegato il legale - e anche questo, ad esempio, e' importante per capire lo stato emotivo di Bruno quel giorno". Dopo l'opposizione del pm Nicoletta Quaglino, il giudice ha dato il consenso ad ascoltare tutti i testi di accusa e difesa. Respinta invece l'acquisizione, chiesta dalla difesa, delle lettere di insulti ricevute nei mesi successivi da Bruno che non sono state ritenute rilevanti per il fatto.

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