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Fare, Zingales: "Mi dimetto, Giannino mente. E Montezemolo ha attirato gli stronzi"

L'economista si dimette da Fare per Fermare il declino: "Dice bugie sul suo Master a Chicago, io ci insegno e lo so". Smentita di Oscar: "Un equivoco"
di Giulio Bucchi domenica 24 febbraio 2013

3' di lettura

  Non è nuovo ad uscite ad effetto, Luigi Zingales. L'economista firma de L'Espresso soltanto poche ore fa aveva picchiato duro Luca Cordero di Montezemolo sostenendo che il suo movimento "ha attirato tutti gli stronzi". Ma il bello doveva ancora venire. Perché su Facebook il vulcanico Zingales, liberista convinto, ha annunciato il suo addio ad Oscar Giannino e a Fare per fermare il declino, di cui è stato in queste settimane uno dei nomi più chiacchierati (e a volte criticati). Il motivo è semplice: Giannino è un bugiardo. "Un problema di onestà" - "E' con una disperazione profonda che ho rassegnato le mie dimissioni da Fare per Fermare il Declino. Non mi dimetto certo perché sono in disaccordo con le proposte di Fare. Sono fiero della campagna elettorale che è stata fatta e ringrazio Oscar Giannino, Michele Boldrin, e tutti quanti per l'enorme sforzo che vi hanno dedicato. Credo fermamente nelle idee che abbiamo portato avanti insieme. Ma ho sempre pensato che anche le idee più sane abbiano bisogno di gambe sane. Finora, con tutte le difficoltà e tutti gli errori di un movimento nato in fretta, Fare aveva realizzato un piccolo miracolo, selezionando per lo più liste di persone brave e pulite. Grazie alla difficoltà della battaglia solitaria, gli arrivisti si erano concentrati principalmente altrove". E qui, un pensiero agli "stronzi" montezemoliani sorge spontaneo... Il problema, sostiene Zingales, è il "rigore nel metodo: onestà, trasparenza, ed accountability".   "Giannino ha mentito" - "I fatti sono i seguenti - scrive ancora Zingales -. Quattro giorni fa, per caso, ho scoperto che Oscar Giannino ha mentito in televisione sulle sue credenziali accademiche, dichiarando di avere un Master alla mia università (Chicago, ndr) anche se non era vero. Anche la sua biografia presso l'Istituto Bruno Leoni ora prontamente rimossa riportava credenziali accademiche molto specifiche e, a quanto mi risulta, false. Questo è un fatto grave, soprattutto per un partito che predica la meritocrazia, la trasparenza, e l'onestà. Ciononostante, il fatto per me ancora più grave è come questo brutto episodio è stato gestito. In una organizzazione che predica meritocrazia, trasparenza, ed onestà, la prima reazione avrebbe dovuta essere una spiegazione di Giannino ai dirigenti del partito, seguita da un chiarimento al pubblico. Invece Oscar si è rifiutato, nonostante io glielo abbia chiesto in ginocchio". La smentita di Giannino - Peccato che lo stesso Giannino, via Ansa, abbia smentito un suo master alla Chicago Booth: "Vorrei chiarire che su questo c'è un equivoco. Io il master non l'ho preso alla Chicago Booth. Sono andato a Chicago a studiare l'inglese e così via. Bastava chiederlo e avrei risposto. Lo chiarisco perché - ha aggiunto - in rete c'è una cosa che monta. Luigi Zingales insegna alla Chigaco Booth, mi è capitato di parlarci ed è uno dei nostri fondatori. Insegna lì. Io sono stato a Chicago da giovane a studiare e - ha concluso - non ho preso il master alla Chicago Booth". "Fare non è solo Oscar" - Chissà che risponderà ora Zingales, perché la sua accusa è pesantissima. "Gli italiani sono alla disperata ricerca di leader politici di cui potersi fidare. Ma come possono fidarsi di un candidato leader che mente sulle proprie credenziali accademiche? In aggiunta, tollerare queste falsità mina alla base la credibilità di un movimento". "Per fortuna, incalza l'economista - Fare non è solo Oscar Giannino. Ci sono decine di migliaia di attivisti fantastici che stanno lavorando sodo per cambiare l'Italia. Il mio cuore è con loro. Per questo voterò Fare. Ma, lo farò turandomi il naso. Mi auguro che dopo le elezioni Fare si trasformi, come promesso, in un partito democratico, in cui tutti, a cominciare dal leader, siano accountable delle loro azioni e ci sia tolleranza zero per certi atteggiamenti. Solo così Fare potrà evitare di degenerare nel solito marciume politico italiano".    

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