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Lecco, troppi insulti a Berlusconi: trasferito don Giorgio De Capitani

Entro settembre il prete anti-Cav dovrà lasciare la diocesi. Una settimana fa la lettera dalla Congregazione della Fede: "Rimuovi i post offensivi"
di Francesca Canelli domenica 28 luglio 2013

Don Giorgio De Capitani

2' di lettura

La lettera arriverà a settembre, al massimo a ottobre. La curia ha deciso: don Giorgio De Capitani, il prete anti-berlusconiano doc, dovrà lasciare la sua sede di Rovagnate, nel lecchese. "I motivi del trasferimento? Non so se c’entra la politica. Ma un mese fa mi avevano imposto di rimuovere tutti gli articoli sul mio sito che riguardano Silvio Berlusconi", dice il parroco. La Congregazione del Clero ha giudicato pericolose le sue affermazioni: "Incitano all'odio", si legge nella lettera ufficiale arrivata un mese fa all'indomito prete. In effetti... "Signore, fai venire un ictus al Cavaliere". "Dio, spedisci quel porco di Berlusconi all'inferno". Sono solo alcune delle sparate contro il Cav postate sul suo blog e su Facebook. Senza contare le opinioni da lui gentilmente concesse al pubblico su Lega Nord e Vaticano: "La Lega gli occhi ce li ha sul culo: vede solo ciò che la società espelle di brutto, e vorrebbe farne un cibo succulento per i suoi milioni di zombi" e "Il sesso è stato strumentalizzato dalla Chiesa, e non solo dalla Chiesa, come arma per soggiogare i fedeli" e "Anche il Vaticano è un puttanaio?". Dove mandereste Don Giorgio De Capitani? Votate il sondaggio di Liberoquotidiano.it   La richiesta di trasferimento -  Qualche settimana dopo la lettera della Congregazione del Clero, il vicario generale don Mario Delpini gli comunica l’intenzione del trasferimento. Gli offrono anche di rimanere, ma solo a determinate condizioni. "Solo se avessi taciuto, e avrei dovuto fare il tappabuchi", spiega don Giorgio. "Inaccettabile", si ribella lui. La richiesta di trasferimento sarebbe anche legittima, perché Don Giorgio ha 75 anni ed era già stato sollevato dall'incarico tre anni fa. Ma lui se la prende con la Congregazione e quella "lettera scarlatta" in cui il monsignor Maurizio Rolla gli chiedeva di togliere tutti gli articoli anti-Cav. "Gli ho chiesto di lasciarmela perché l’avrei postata online per spiegare la rimozione dei contenuti ai miei lettori, ma non l'ho ha fatto. Non ho cancellato nulla". Dove andrà? - Dove si rifugerà il prete sovversivo? "Quando la riceverò non potrò fare altro che andarmene, non sono in casa mia. Ma non è detta l’ultima parola. La gente, la comunità, è preoccupata perché sarebbe un ritorno al passato, una regressione rispetto al lavoro che abbiamo fatto insieme. La curia – aggiunge – non me li dice i veri motivi. Scriveremo una lettera al cardinale, se mai la vorrà leggere. Chiederemo un colloquio col vicario generale. La rabbia è troppa". La domanda però rimane: "Perché – conclude – mi chiedono di rimuovere solo gli articoli che riguardano Berlusconi?". Già, forse sarebbe il caso di fare un po' più di pulizia.

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